E’ oramai un classico: a Francavilla Fontana il Centro di Carico Intermodale è puntualmente riesumato alla vigilia delle campagne elettorali.
In quasi 20 anni se ne sono esaltate le sorti e le speranze ma ad oggi vanamente.
Infatti tale importante investimento è finito nel binario morto dei ritardi, dei rinvii, dei collaudi irragionevolmente definiti a distanza di anni (almeno 8) dall’affermata ultimazione delle opere e con esiti negativi sulla funzionalità delle stesse.
E come tacere dei contenziosi a iosa che hanno portato all’annullamento della concessione in favore della ditta Emme Costruzioni (impresa capofila dell’ATI) risalente ai primi anni ‘90, alla messa in discussione della titolarità dell’area su cui è stata realizzata l’opera, al rischio di esborsi notevoli per una procedura di esproprio non perfezionata e,da ultimo, al sequestro di tutta l’opera da parte di una società risultata cessionaria nel gennaio 2006 del ramo di azienda della Emme Costruzioni’.
Il Movimento Democratici per la Costituzione ha più volte segnalato e denunciato i rischi della cattiva gestione dell’intera vicenda della quale dovrà rispondere primariamente la classe politica che ha amministrato Francavilla in questi anni.
A nulla è valsa anche l’attenzione mediatica venuta sia dalla stampa locale sia addirittura da programmi televisivi nazionali quale Striscia la Notizia.
Niente. Il simbolo dello sperpero di ingenti risorse di denaro pubblico, l’inno al degrado ed il simbolo del disonore di Francavilla è ancora lì inutilizzato: dal maggio 1998.
L’anno che verrà non si apre sotto i migliori auspici. I problemi finanziari del Comune non lasciano spazio ad illusorie speranze. Addirittura da qualche anno giacciono alcuni milioni di euro finalizzati alla sostituzione di impianti ormai obsoleti (!) ed alla realizzazione di un progetto stralcio della bretella di collegamento ferroviario alla struttura la cui destinazione originaria è compromessa e comunque lontana ancora a realizzarsi stante i complessi contenziosi in atto e i problemi legati al contratto in essere con soggetti verso i quali inspiegabilmente sono stati tenuti comportamenti forse troppo accomodanti e che sarebbe pure ora di liberarsene chiedendo il conto dei danni arrecati alla comunità.
Parlare di gestione poco trasparente sembra un eufemismo. Ma in questo stato di cose è demagogico promettere soluzioni immediate di rilancio.
Così, fra le soluzioni più diverse, è stata avanzata la proposta di affidare l’opera ad alcuni imprenditori del Nord impegnati nel settore agroalimentare. Ma ammesso che fosse ancora possibile la originaria destinazione dell’opera e quindi praticabile la proposta avanzata (come realizzarla:a trattativa privata? E a quali condizioni?) è legittimo porsi una domanda: è accettabile che sullo sviluppo economico di cui il Centro di Carico Intermodale dovrebbe pur costituire uno dei punti nodali non vengano e si sentano direttamente coinvolte le nostre intelligenze, i nostri imprenditori, le nostre imprese? Poveri noi, costretti a dipendere prima dai Borboni, poi dagli Austriaci, poi ancora dalla Lega per non dimenticare,come qualcuno polemicamente ha denunciato, dai Leccesi e Baresi?.
Ed allora,proprio per evitare che il Centro di Carico Intermodale non arrechi altri danni ai contribuenti, perché,come indicato nelle linee programmatiche della coalizione di centrosinistra per Mario Filomeno, non sollecitare il Commissario Prefettizio affinché promuova una Conferenza di Servizi o comunque un tavolo Istituzionale che veda riunite rappresentanze Regionali, Provinciali sia istituzionali sia dei settori produttivi ed in quella sede esaminare,con dati e risorse possibilmente certe e verificabili, ogni possibile ipotesi di utilizzazione e fruizione della struttura in termini di sviluppo del territorio e di benefici diretti per la comunità.
Solo con l’impegno di tutti i protagonisti dello sviluppo economico sarà possibile dare una riposta chiara e decisiva all’annosa vicenda forse sin qui gestita nel chiuso di un qualche ufficio amministrativo o politico e nella diffusa indifferenza per le gravi anomalie emerse nel corso degli anni nonostante i richiami e le denunce venute anche dai Democratici per la Costituzione e dal suo rappresentante in Consiglio comunale.
Ai cittadini, alle associazioni e movimenti, ai partiti il compito di favorire il percorso indicato e offrire collaborazione al solo scopo di veder realizzato l’interesse comune e non di qualcuno. Disinteressarsi continuerà comunque a costare caro!
Per i “Democratici per la Costituzione”
Cosimo Rodia
23 dicembre 2008
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