23 novembre 2006

Lettera di Don Raffaele Bruno

Carissimi, oltre 6 mila partecipanti in 3 giorni, 50 relatori in due sessioni plenarie, circa 500 contributi di magistrati, esponenti del sindacato, del terzo settore, dell’università, ma anche della politica e del governo; 200 testate accreditate e 40 giornalisti stranieri, oltre 2 mila giovani per la notte bianca dell’Antimafia: questi i numeri del successo di “Contromafie”, gli stati generali dell’antimafia organizzati a Roma da Libera. Una tre giorni di grande partecipazione, dibattito, approfondimento sintetizzati, nel giorno di chiusura, in un Manifesto programmatico con le linee guida per “liberare l’Italia dalle mafie”.Chiudendo i lavori, don Luigi Ciotti ha lanciato un appello deciso alle istituzioni e al governo: “Il tempo è ormai scaduto e non ci saranno più sconti per nessuno, è ormai necessario portare avanti azioni concrete da realizzare insieme” anche perché “c’è una situazione grave di caduta del senso di legalità e moralità nel nostro paese. Una crisi etica che fa da cornice a tanti altri problemi”.La tre giorni di “Contromafie” è stata un’esperienza sicuramente significativa e chi vi ha partecipato ha sentito che non si trattava di una passerella o del teatrino dei buoni sentimenti. Si è respirato dolore e rabbia, dubbio e ricerca di nuove relazioni, desiderio di mettersi in gioco e impegno a continuare nei percorsi intrapresi, tanta passione e tantissima speranza. Ora però non possiamo rinchiuderci nel tepore di una piacevole nostalgia.Il tempo è scaduto anche per noi, per la società civile che spesso fa sentire la propria partecipazione nei momenti dell’emergenza o delle grandi manifestazioni-eventi risultando di fatto assente rispetto alle azioni del quotidiano. È stata Rita Borsellino a chiedere a tutti un rinnovato impegno che “possa scacciare quel puzzo maleodorante dell’indifferenza che lascia soli i protagonisti della resistenza civile contro la dittatura mafiosa”. Anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, nel suo intervento nella giornata conclusiva, ha precisato con forza proprio il bisogno di maggiore partecipazione perché “in questi ultimi anni abbiamo perso. Infatti è passata l’idea che la mafia sia una banda armata, una sorta di drago che solo il san Giorgio di turno può sconfiggere”.Alla luce della straordinaria esperienza vissuta a Roma, ma anche consapevoli dei richiami ad un impegno rinnovato soprattutto in ambito sociale e culturale, un impegno da vivere sul nostro territorio, confrontandoci con il volto concreto che il pensare e l’agire mafioso assume sulle strade della nostra terra, la Regione Puglia, insieme a Libera e in accordo con Arci, Avviso Pubblico e Fondazione Cesar, invita la società civile pugliese nelle sue più varie configurazioni ed articolazioni, ad intraprendere un percorso di riflessione e confronto che significhi una dichiarazione d’impegno e un’assunzione di responsabilità.
In questo percorso, che immaginiamo articolato sull’intero territorio regionale, caratterizzato da forum tematici e da assemblee territoriali, aperto alla più ampia partecipazione e all’insegna del dialogo con tutti, l’Amministrazione regionale - tramite l’assessore Guglielmo Minervini - ha dichiarato che “la Puglia ci sarà”, sarà in prima linea e per questo ha fissato per SABATO 25 NOVEMBRE p.v. alle ore 15,30 nell’aula “E. Orabona” del Campus universitario di Bari un’assemblea programmatica che raccolga le sfide del Manifesto dell’antimafie romano e ci proietti verso una rilettura pugliese dello stesso. Una rilettura che significhi innanzitutto analisi della situazione rispetto alla criminalità organizzata ma anche rispetto agli episodi di illegalità e corruzione nella pubblica amministrazione, sino alle nuove forme di schiavitù nel mondo del lavoro; rispetto ai mercati delle droghe ma anche alle fragilità giovanili; rispetto alle risposte delle forze dell’ordine e della magistratura ma anche di tanti pezzi del volontariato, della chiesa, della politica, della scuola, del sindacato, dell’università, del mondo imprenditoriale. Una rilettura, però, che ci aiuti anche a cogliere i compiti nuovi da assumere insieme per dare alla Puglia una condizione di libertà e giustizia sociale che garantisca realmente il diritto di cittadinanza per tutti.In questo percorso ci saranno compagni di viaggio i familiari delle vittime di mafia che chiedono verità e giustizia. Ci rivolgeremo alle pubbliche amministrazioni, al mondo imprenditoriale e alle università, busseremo alle porte delle chiese e dei centri sportivi, chiederemo udienza alla magistratura e alle forze dell’ordine, entreremo nelle carceri e sosteremo nelle piazze, alla ricerca di una coralità in cui il contributo di ciascuno favorisca il benessere di tutti e affinché la Puglia non sia mai “cosa loro” ma... “cosa nostra”.
Lecce, 22 novembre 2006
Don Raffaele Bruno Referente regionale Libera

22 novembre 2006

Elezioni, Deaglio insiste: non mi fido dei controlli dei giudici

Galeotto fu il software? È la tesi del film «Uccidete la democrazia» di Deaglio e Cremagnani che oggi sarà presentato in anteprima - grazie a Diario e Articolo21 - a Roma nella sala conferenze di piazza Montecitorio 123/a. Polemizzano preventivamente Taradash e Calderisi: la tesi di quel film non ha fondamento, è campata in aria e smentita da Corte d´appello e Cassazione. In realtà, sostengono i due parlamentari, si vuol impedire il controllo dei risultati che la Cdl chiede alla giunta per le elezioni. «Non si fidano dei controlli fatti dai magistrati.E perché mi devo invece fidare io? - ribatte Enrico Deaglio, direttore di Diario - il tribunale ha reso pubblici i voti validi, non le bianche e le nulle. Mi facciano vedere i dati delle schede bianche per provincia e comune. Fino ad allora, non mi accontenterò». Ecco perché: dai dati diffusi dal Viminale il martedì dopo il voto compaiono 40.000 schede bianche alla Camera, altrettante al Senato. «Ai magistrati non risulta - racconta Deaglio - Ed ecco che il ministero, 4 giorni dopo, ammette l´errore: ci siamo sbagliati, alcune prefetture hanno segnato sotto la colonna delle bianche le schede contestate. Le bianche scendono a 2.000 alla Camera e altrettante al Senato. Uno sbaglio macroscopico, ma passi. Ci si aspetta che i dati cambino, invece no, quelle schede spariscono. Con un incredibile rimpallo di responsabilità».

A sette mesi dal voto non ci sono ancora i dati finali delle votazioni, completi di bianche e nulle, ma solo i voti validi, sostiene Beppe Cremonini, coautore del film: «Come mai per la Cdl i giudici sono eversori quando fanno processi ma se si tratta di elezioni sono inappuntabili? Come mai i sondaggisti si sono sbagliati? Come mai il Viminale ha dato i risultati provvisori con 20 ore di ritardo? Come mai il ministro dell´Interno quel lunedì ha passato ore a casa di Berlusconi? Siamo oltre la soglia dello stupore. Abbiamo detto - e nessuno ci ha smentito - che Berlusconi voleva per decreto bloccare le elezione e riconteggiare tutto; Ghedini l´aveva già scritto, ma Ciampi avrebbe detto no. Berlusconi l´ha implicitamente ammesso a Gubbio "Nessuno ha controllato nulla, bastava che Pisanu dicesse che avevamo vinto noi con 24.000 voti e avremmo vinto". E poi, non ha annunciato brogli per tutta la campagna elettorale?». Raffica di domande più che legittime, di cui discuteranno oggi, tra gli altri, Nicola Tranfaglia, Luana Zanella, Antonello Falomi, Roberto Zaccaria, Giuseppe Giulietti, Tana De Zulueta, Gloria Buffo e molti altri parlamentari.

Qualcosa di strano può essere accaduto, in queste elezioni. Informatico o materiale. Quando escono dai seggi, i verbali vengono inviati in comune, che li inoltra alla prefettura, per poi arrivare al Viminale. Una copia - portata materialmente da vigili urbani, carabinieri, finanzieri - va alla Corte d´Appello, che conteggerà i voti dai verbali. Difficile pensare che i verbali siano taroccati in questa fase: troppo vasta dovrebbe essere la rete di complicità. Se i giudici trovano dati anomali, possono verificare la seconda scheda, o addirittura le tabelle di riscontro, quel mastro con le crocette allegato alla documentazione. In alcuni casi è stato anche chiamato il presidente di seggio a dar conto di anomalie. «Io della magistratura mi fido. Certo - dice Agostino Ottavi, della Federazione Ds di Roma, che da anni segue le procedure elettorali - un pericolo vero ci sarebbe stato. Se il Viminale avesse annunciato un risultato, e qualche ora dopo la Cassazione avesse rovesciato il responso, la tensione sarebbe stata altissima. E la scena finale del Caimano di Moretti sarebbe stata profetica»
(Ella Baffoni)

21 novembre 2006

Francavilla dalla lente del web di Valentina Paciullo

Immersi nella propria piccola realtà spesso si corre il rischio di perdere di vista il suo totale, le parti che la costituiscono come unica e con peculiarità proprie.
Lontana come sono da Francavilla, in questi mesi, ho avuto modo di apprezzare appieno la sua triste staticità e il suo straordinario potenziale umano.Amo la mia città, ma forse non l’ho fatto mai con tanta passione come ora!
…Ora che mi sento come seduta su una nuvola a guardare il tutto dal di sopra.
…Ora che quel tutto ha per me una più concreta e compatta connotazione di senso.
…Ora che mi rendo conto che le risorse che Francavilla possiede sono imprescindibile momento di sviluppo per essa, purché si crei davvero al suo interno un movimento attivo che mobiliti tutte le forse potenzialmente in gioco.Le menti più appassionate e ingegnose sono quelle in verità sono più deluse da questa realtà. Il contatto elettronico con tante personalità che come me ora si trovano lontane, le visite sui diversi (a volte troppo!) siti che di Francavilla e dei francavillesi ardiscono parlare, mi stanno davvero facendo capire molto sulla “Mia Città”.
Le notizie finora non sono incoraggianti.
Sono partita con lo scandalo relativo alla scelta del presidente del consiglio comunale; arrivata qui ho appreso la triste notizia dell’ ennesima vittoria delle univoche scelte di destra;
è arrivato fin qui l’eco della controversa lotta per la chiusura del traffico;
è tornata ad incombere l’ombra dell’argomento “discarica”…
e mi sono resa conto di quanto davvero Francavilla ruoti perennemente intorno agli stessi punti…
e mi ha sconvolto il prendere reale consapevolezza dello spettacolo che da sempre si svolge sotto ai miei occhi: la proposta d’azione priva prima di tutto di specifica pianificazione e, conseguentemente, di reale concretizzazione.
La lontananza mi ha portata ad una voglia spietata di discutere tramite questo straordinario elemento mediatico con tutti e più di tutti su questi punti.
Spiacevolmente ho dovuto constatare che le menti più raffinate presenti in loco sono quelle meno avvezze a vedere una soluzione possibile in prospettiva, meno propense a sperare che solo una loro attiva e co-partecipata azione può essere utile a cambiare la situazione.
Mentre, le “buone-menti lontane” si rendono conto della difficoltà della situazione, seppure con la consapevolezza che il tutto è causato “anche” da una troppo forte e troppo poco competitiva contrapposizione delle parti.
Mi spiego meglio.
Ci siamo abituati a dire no a prescindere. Senza più lo stimolo a produrre una buona e convincente alternativa.
Chi sta lontano vede questo assopimento e si duole per non essere altro che parte critica priva di possibilità partecipative; chi ci sta dentro, si è tanto abituato, da aver già saggiato il gusto tanto amaro quanto consolatorio della rassegnazione.
Certo mi si può obiettare che tanto è dovuto alla ormai storica presa di possesso della nostra città da parte di un’unica e incapace “faziosa fazione”, e a questo io posso obiettare che tanto ha portato ad una insana de-responsabilizzazione della parte opposta che è carente di buona azione oppositiva e ancor più di convincente attività produttivamente persuasiva.
Avevo tristemente profetizzato che dopo le elezioni di maggio il centro sinistra sarebbe tornato nel suo comodo torpore…e così deludentemente è stato.
C’è bisogno di immergersi nella realtà francavillese e nelle menti dei suoi abitanti per cambiare il corso delle cose…non possiamo permetterci di dormire per altri cinque anni!...
E allora penso che la soluzione sia inequivocabilmente una: che chi sta troppo dentro vada un attimo a guardarsi dal di fuori per smontare quelle convinzioni che irrigidiscono le sue posizioni, e chi sta troppo fuori torni o inizi finalmente a mettere in atto le nuove pratiche oggettivamente apprese.

17 novembre 2006

Politici: le pensioni d'oro degli onorevoli

Un deputato ha diritto al vitalizio, che matura dopo almeno 30 mesi, cioe' 2 anni 6 mesi e 1 giorno, trascorsi sugli scranni di Montecitorio. In precedenza per godere dell'assegno a vita gli bastava, invece, un solo giorno di permanenza in carica.(...)Dal 1997 l'eta' pensionabile e' stata elevata a 65 anni (o a 60 anni per chi sia stato piu' di 5 anni in carica). La misura del trattamento varia da un minimo del 25 per cento dell'indennita' parlamentare ad un massimo dell'80 per cento per chi ha svolto le funzioni di deputato per almeno 30 anni. Attualmente godono il vitalizio della Camera circa 3 mila tra onorevoli e loro eredi. Nel 2005 lo Stato ha pagato per i vitalizi 122 milioni di euro e 1 milione 100 mila euro per il rimborso delle loro spese di viaggio. L'altro ieri l'importo mensile del vitalizio e' stato tagliato del 10 per cento su decisione unanime dell'Ufficio di Presidenza di Montecitorio. I contributi figurativi Ma se prima di essere eletto il deputato aveva gia' aperta a suo nome una posizione previdenziale scatta in suo favore un secondo trattamento pensionistico. (...) fonte "La stampa"

Stati generali dell’antimafia pugliese

Dal prossimo 17 al 19 novembre esponenti della politica e dell’economia, dell’informazione e della cultura, rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine e della magistratura, organizzazioni sindacali e della società civile si sono dati appuntamento a Roma per dialogare sulle strategie possibili per combattere le mafie.L’associazione Libera, che opera efficacemente da anni su questo tema, li ha definiti gli Stati generali dell’antimafia.

Anche in questa occasione la Puglia ci sarà e la Regione sarà rappresentata dal Presidente Nichi Vendola, per testimoniare il lavoro già intrapreso sul territorio dal mondo dell’associazionismo attivo e dalle istituzioni. Mi auguro, quindi, che tutti voi possiate aderire all’invito a partecipare ai lavori romani perché la rappresentanza pugliese, insieme alle altre, possa fare il punto sullo stato della lotta alle mafie nel nostro paese, per costruire percorsi di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà che, a partire dal valore fondamentale della dignità di ogni essere umano, siano il più valido antidoto al proliferare della violenza mafiosa.

Saranno tre giorni di incontri, di confronti, di elaborazioni e di proposte che confluiranno nel Manifesto degli Stati generali dell’antimafia che servirà a dare vita a progettualità condivise a diversi livelli con le realtà della politica e delle istituzioni, dell’economia, della cultura e dell’informazione secondo le finalità e i contenuti di sei aree tematiche.

Per sostenere il desiderio diffuso di cambiamento e rivitalizzare la partecipazione della cittadinanza attiva alla vita pubblica, la Regione Puglia promuove, insieme al coordinamento regionale di Libera, la prima assemblea degli Stati generali dell’antimafia pugliese.

L’appuntamento è per il prossimo 25 novembre, alle ore 16,00, presso l’Aula magna del Politecnico di Bari. Sarà nostra gradita ospite e testimone d’eccellenza Rita Borsellino.

Con la speranza di incontrarvi in tanti a Roma e la certezza di vedervi tutti all’assemblea di Bari, invio i miei auguri di buon lavoro.



Guglielmo Minervini

16 novembre 2006

Medicina Democratica movimento di lotta per la salute presenta Dialoghi sulla Salute


18 novembre 2006 ore 16.00 a Brindisi, Istituto Professionale di Stato per i
Servizi Sociali “F. L. Morvillo-Falcone”, via Galanti 1. MAURIZIO PORTALURI riporta la sua esperienza sul tema: “L’organizzazione di una ASL” Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute, apre dialoghi itineranti sulla salute. Dopo il primo incontro del 28 ottobre con Marco Caldiroli sul tema degli inceneritori, il 18 novembre Maurizio Portaluri, Direttore Generale della ASL BAT/1, dialogherà sull’organizzazione di una Azienda Sanitaria con particolare riferimento ai rapporti con gli Enti Locali e i Cittadini, al suo impatto sulla salute e alle possibilità di modificare gli aspetti
negativi e migliorarne i punti di forza.

Gli incontri proseguiranno con interventi sulla relazione tra l’ambiente e
la salute, l’epidemiologia, la relazione tra i farmaci e la salute, il
servizio sanitario e sociale, il rapporto tra l’uomo la medicina e la morte,
la figura Giulio Maccacaro e la Casa della Salute.

MD intende affrontare il tema della salute in tutte le sue accezioni, lo
vuole fare mettendo a disposizione di tutti le proprie esperienze
sollecitando momenti di crescita individuale e collettiva e una
partecipazione attiva, senza deleghe e democratica alla SALUTE.



INFORMAZIONI: GINO STASI 3291184097