Galeotto fu il software? È la tesi del film «Uccidete la democrazia» di Deaglio e Cremagnani che oggi sarà presentato in anteprima - grazie a Diario e Articolo21 - a Roma nella sala conferenze di piazza Montecitorio 123/a. Polemizzano preventivamente Taradash e Calderisi: la tesi di quel film non ha fondamento, è campata in aria e smentita da Corte d´appello e Cassazione. In realtà, sostengono i due parlamentari, si vuol impedire il controllo dei risultati che la Cdl chiede alla giunta per le elezioni. «Non si fidano dei controlli fatti dai magistrati.E perché mi devo invece fidare io? - ribatte Enrico Deaglio, direttore di Diario - il tribunale ha reso pubblici i voti validi, non le bianche e le nulle. Mi facciano vedere i dati delle schede bianche per provincia e comune. Fino ad allora, non mi accontenterò». Ecco perché: dai dati diffusi dal Viminale il martedì dopo il voto compaiono 40.000 schede bianche alla Camera, altrettante al Senato. «Ai magistrati non risulta - racconta Deaglio - Ed ecco che il ministero, 4 giorni dopo, ammette l´errore: ci siamo sbagliati, alcune prefetture hanno segnato sotto la colonna delle bianche le schede contestate. Le bianche scendono a 2.000 alla Camera e altrettante al Senato. Uno sbaglio macroscopico, ma passi. Ci si aspetta che i dati cambino, invece no, quelle schede spariscono. Con un incredibile rimpallo di responsabilità».
A sette mesi dal voto non ci sono ancora i dati finali delle votazioni, completi di bianche e nulle, ma solo i voti validi, sostiene Beppe Cremonini, coautore del film: «Come mai per la Cdl i giudici sono eversori quando fanno processi ma se si tratta di elezioni sono inappuntabili? Come mai i sondaggisti si sono sbagliati? Come mai il Viminale ha dato i risultati provvisori con 20 ore di ritardo? Come mai il ministro dell´Interno quel lunedì ha passato ore a casa di Berlusconi? Siamo oltre la soglia dello stupore. Abbiamo detto - e nessuno ci ha smentito - che Berlusconi voleva per decreto bloccare le elezione e riconteggiare tutto; Ghedini l´aveva già scritto, ma Ciampi avrebbe detto no. Berlusconi l´ha implicitamente ammesso a Gubbio "Nessuno ha controllato nulla, bastava che Pisanu dicesse che avevamo vinto noi con 24.000 voti e avremmo vinto". E poi, non ha annunciato brogli per tutta la campagna elettorale?». Raffica di domande più che legittime, di cui discuteranno oggi, tra gli altri, Nicola Tranfaglia, Luana Zanella, Antonello Falomi, Roberto Zaccaria, Giuseppe Giulietti, Tana De Zulueta, Gloria Buffo e molti altri parlamentari.
Qualcosa di strano può essere accaduto, in queste elezioni. Informatico o materiale. Quando escono dai seggi, i verbali vengono inviati in comune, che li inoltra alla prefettura, per poi arrivare al Viminale. Una copia - portata materialmente da vigili urbani, carabinieri, finanzieri - va alla Corte d´Appello, che conteggerà i voti dai verbali. Difficile pensare che i verbali siano taroccati in questa fase: troppo vasta dovrebbe essere la rete di complicità. Se i giudici trovano dati anomali, possono verificare la seconda scheda, o addirittura le tabelle di riscontro, quel mastro con le crocette allegato alla documentazione. In alcuni casi è stato anche chiamato il presidente di seggio a dar conto di anomalie. «Io della magistratura mi fido. Certo - dice Agostino Ottavi, della Federazione Ds di Roma, che da anni segue le procedure elettorali - un pericolo vero ci sarebbe stato. Se il Viminale avesse annunciato un risultato, e qualche ora dopo la Cassazione avesse rovesciato il responso, la tensione sarebbe stata altissima. E la scena finale del Caimano di Moretti sarebbe stata profetica»
(Ella Baffoni)
22 novembre 2006
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