Il movimento dei Democratici per la Costituzione aderisce alla manifestazione contro il rigassificatore a Brindisi, del prossimo 29 aprile, a sostegno di un nuovo modello di sviluppo e salvaguardia del territorio. Alla manifestazione è assicurata la presenza dei nostri rappresentanti. Siamo contrari perchè quella di Brindisi e del suo sviluppo industriale è una storia sbagliata e c'è bisogno di rimediare agli errori del passato, piuttosto che ripeterli. Secondo il D.P.R. del 23 marzo 1998 (G.U. 30/11/1998, n. 280) “Bonifica e ripristino ambientale”, Brindisi è inclusa nell’elenco - più volte aggiornato - che identifica in Italia una serie di aree ad elevato rischio di crisi ambientale, al fine di prevenire ulteriori degradi del territorio. Nell'area di Brindisi sono presenti nell’intera area circa 70 industrie insalubri di prima classe e 7 ad alto rischio di incidente rilevante. Si concentrano industrie chimiche, farmaceutiche e metalmeccaniche, varie aziende manifatturiere e due centrali Enel a carbone.
Secondo uno studio dell'Oms, rileva per il sesso
maschile nel Comune di Brindisi, eccessi statisticamente significativi rispetto ai valori regionali sia della mortalità generale (+8%) sia delle morti per tumore (+20%). Allarmanti i dati che riguardano le leucemie, che mostrano un significativo eccesso del 30,7%. L’invito, più che a costruire nuovi impianti a rischio, consisteva nel delocalizzare quelli attuali. Purtroppo questo non è accaduto ed ora a Brindisi si discute riguardo alla costruzione di un enorme rigassificatore nel porto esterno. Una struttura che prevede la movimentazione di circa 8 miliardi di metri cubi di metano e l'affluenza annuale di 110 navi gasiere dalla stazza che può sfiorare anche le 140 tonnellate. Un rigassificatore non produce emissioni inquinanti, tuttavia è ad alto rischio di incidente rilevante e dunque non può essere concepito in una zona che ha già insediamenti di questo tipo. Tanto più che l’impianto è stato progettato dalla British Gas senza alcuna valutazione di impatto ambientale.
Non mancano poi ulteriori questioni logistiche. Quando in un porto arriva una nave gasiera carica di metano,
non vi può essere altro movimento per questioni di sicurezza: si frenerebbe dunque lo sviluppo dell'area, tarpando le ali ai traffici commerciali e turistici. Inoltre, il terminale sarebbe a ridosso della città e nello spazio
operativo dell'aeroporto.Crediamo che logica economica che sottende la realizzazione del rigassificatore sia la stessa che in altri tempi ha sorretto il consenso alla costruzione dei megainsediamenti industriali ed
energetici. Con il ricatto occupazionale si cerca di corrompere i sindacati e la popolazione, svendendo così il territorio alle multinazionali. Addirittura si minacciano crisi diplomatiche, dando inoltre per buoni gli accordi
presi da amministratori ormai decaduti o – peggio - indagati per corruzione e truffa.
Il nostro territorio, ha una notevole ricchezza, rappresentata dalla contemporanea presenza di tutte le infrastrutture primarie (strade, navi, aerei, treni). È possibile pensare ad un altro tipo di sviluppo, ad un nuovo
modello di crescita che parta dalla valorizzazione delle risorse locali e dagli investimenti non assistiti ma autopropulsivi, attraverso una promozione della cultura di impresa che non rincorra effimeri appalti e
subappalti, spesso paravento di ricatti economici ed occupazionali.
Comunicato Stampa Democratici per la costituzione
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