E' sempre più allarme tumori nel Salento: nuovi dati confermano la provincia di Lecce come l'area a più alta incidenza di cancro della Puglia e, per le patologie legate alle vie respiratorie e ai polmoni, addirittura dell'intero Mezzo giorno d'Italia. Giorgio Assennato, direttore regionale dell'Arpa, lo aveva detto già un mese fa, durante il consiglio monotematico che il Comune di Lecce aveva convocato per discutere degli aspetti legati alla mega centrale di Cerano.
«In provincia di Lecce ci si ammala di tumore molto di più di quanto avvenga nelle province di Brindisi e di Tarante», aveva detto in quell'occasione il professore, riportando i risultati di una
ricerca condotta dal Registro tumori jonico-salentino.
In particolare le aree a rischio, secondo quella ricerca, erano la città di Lecce e la zona tra Martano e Cutrofiano. Ora arrivano nuovi dati, che confermano e rilanciano l'allarme: le statistiche Istat aggiornate al 2001 e le cifre dell'Osservatorio epidemiologico regionale aggiornate al 2002, tracciano una «mappa dei tumori» da cui emerge con chiarezza che il Salento è una vera e propria area di crisi, con punte critiche a Cutrofìano, nell'entroterra otrantino e anche in alcuni comuni del basso Salento.
Ma andiamo con ordine e partiamo dalla relazione dell'Osservatorio epidemiologico, una parte della quale è disponibile da poche settimane sul sito internet dell'ente regionale, che ha esaminato le cause di morte in un arco temporale di cinque anni (dal 1998 al 2002). L'indagine esamina le zone della Puglia a mortalità più elevata e ne individua quattro: «l'area del subappennino danno, l'area del nord barese, alcuni comuni a nord di Brindisi e il Basso Salento». Dopo di che si scompone il dato, individuando quante di quelle morti siano dovute a tumori e qui la relazione è chiarissima, sottolineando «l'eccesso di mortalità per tumore (in particolare di carcinoma polmonare) nei residenti nella provincia di Lecce». Le tabelle che riportano i tassi di mortalità per tumore ogni 10mila abitanti, infatti, dicono che a Lecce nel 1998-1999 il tasso di morte per cancro era del 23,80, un dato che è andato crescendo nel 2000-2001 (24,56) e nel 2002 (25,50).
Contemporaneamente in provincia di Brindisi l'incidenza era più bassa: il 21,68 nel 1998-1999, il 21,92 e il 23,22 nel 2002, mentre in provincia di Taranto la mortalità per tumore era ancora inferiore: l'incidenza era del 21,28 nel 1998-1999, del 22,21 nel 2000-2001 e del 21,59 nel 2002. Decisamente più basse, poi, le cifre riferite alle altre province pugliesi: nel 2002 Bari si attestava al 20,58, Foggia al 20,77.
Particolarmente inquietanti, in questo quadro, i dati riferiti ai tumori di trachea, bronchi e polmoni, il cui tasso in provincia di Lecce si è mantenuto costantemente al di sopra del 5 (il 5,75 nel 1998-1999, il 5,64 nel 2000-2001 e il 5,51 nel 2002), mentre tutte le altre province pugliesi erano al di sotto di questa soglia (Brindisi e Taranto, in media, di un punto, Bari e Pioggia di due punti). La relazione si completa con una vera e propria «mappa del tumore», in cui ogni comune è evidenziato con un colore diverso in base all'incidenza di cancro:
risalta ad occhio nudo come le aree di crisi siano, in parte, il subappennino dauno e, in misura maggiore, la provincia di Lecce, in particolare Cutrofìano, alcuni comuni del Capo di Leuca come
Ugento, Specchia e Morciano (ma anche altri comuni jonici come Sannicola e Aradeo) e la zona di Carpignano e Cannole: qui il tasso di mortalità per tumore si attesta al di sopra del 25,91, un dato assolutamente al di sopra della media regionale.
La Gazzetta del Mezzogiorno 13.05.2007
17 maggio 2007
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1 commento:
Bisogna fare qualcosa non se ne può piu, in un mese sono andato a 3 funerali di persone morte di carcinoma tutte molto giovani.Distruggiamo Cerano.
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