26 novembre 2007

Il centrodestra di Francavilla:Swap,squadra d'assalto.La finanza creativa ed in "allegria".

Pensavamo di averle viste tutte! Ma, francamente, assessori esperti di operazioni finanziarie e grandi conoscitori dei rischi di mercato ci mancavano.
Il risultato? I segni negativi per i nostri bilanci comunali aumentano a causa di ulteriori interessi passivi su operazioni denominate swap per € 97.029,89 € (vd. delibera G.M. n. 256 del 20/07/2007) e recentemente di altri € 220.000,00= previsti nella variazione al bilancio di previsione 2007 votata dalla maggioranza nella seduta di Consiglio Comunale del 15.10.2007 (delibera n. 41).
Ed allora chiediamoci: su quali conoscenze ed esperienza dei mercati finanziari sono state discusse e adottate le delibere? Tra i sottoscrittori della delibera n. 159 del 10/05/2006 avente ad oggetto “offerta per la ristrutturazione dell’indebitamento attraverso l’uso di strumenti finanziari derivati” vi è un esperto di sofisticati meccanismi matematici?
Tutta la vicenda nasce dalla delibera G.M. n. 433 del 27/12/2005 che approvava l’emissione e il collocamento di Buoni Obbligazionari Comunali (B.O.C.) per € 19.500.000,00 e della durata di 20 anni. L’operazione avveniva tramite la Banca OPI (Istituto del gruppo San Paolo Imi), l’unica tra quelle operanti in Francavilla che ha fatto pervenire il plico contenente l’offerta per l’emissione obbligazionaria.
Banca OPI: vi dicono niente i BOC di Taranto? Stessa identica strategia e copiati alla perfezione.
Altrettanto si dica della menzionata delibera n. 159/2006 con la quale si è accettata la proposta,sempre della Banca Opi, per la ristrutturazione dell’indebitamento attraverso l’uso di mercati finanziari derivati. La scadenza del contratto è fissata per il 31/12/2025 per un debito complessivo coperto di 28.600.000,00 € circa.
Poiché le delibere riportano pari pari i contenuti dei contratti proposti dalla Banca sicuramente gli amministratori che le hanno approvate sono in grado di spiegarci i termini mirroring, plain vanilla con collar, interest rate swap, calcolo unadjusted, icap euro del circuito Reuters,ecc..
Se no come è stato possibile sottoscrivere un contratto così complesso, oscuro e pieno di rischi ma idoneo ad assicurare guadagni solo alla banca?
E i revisori dei conti, se hanno esaminato le proposte e comunque valutato le scelte negli atti di loro competenza (bilanci preventivi, consuntivi, bilanci di assestamento, variazioni di bilancio),come hanno potuto esprimere un parere o un giudizio senza calcolare i rischi dei tassi di interesse?
E’evidente,comunque, che gli assessori comunali sono stati allettati proprio dalle parole “ ristrutturazione dell’indebitamento” che, come un miraggio, consentiva loro di utilizzare tali operazioni finanziarie per allontanare il più possibile le scadenze di gran parte dei debiti contratti con la Cassa depositi e prestiti (magari oltre la fine dei loro mandati), abbassare i tassi di interesse, liberarsi dai possibili vincoli di bilancio posti dal patto di stabilità e,soprattutto, avere ancora occasioni per contrarre ulteriori finanziamenti accrescendo però l’ammontare complessivo del nostro debito pubblico.
L’opportunità di ulteriori finanziamenti per coltivare e rafforzare il consenso elettorale ha talmente accecati gli amministratori da formalizzare con atti deliberativi le condizioni standard imposte dalle banche e penalizzanti già in partenza per gli interessi della collettività.
Per concludere alcune domande a questa coraggiosa (sulla pelle degli ignari cittadini) squadra d’assalto della finanza creativa:
1) a quali incalcolabili ed imprevedibili danni futuri avete esposto il Comune e,sostanzialmente, i cittadini?
2) di quanto vedremo crescere la spesa per i tassi di interesse alla luce delle delibere approvate?
3) prima di approvare gli atti deliberativi avete almeno letto che “le condizioni non devono ritenersi impegnative per la banca OPI” ed ancora “l’estinzione anticipata del contratto comporterà il versamento di un indennizzo, pari al valore finanziario dell’operazione (Euro 28.600.000,00 circa) stessa calcolato secondo la prassi dei mercati finanziari”?
4) avete consapevolezza di quanti debiti consegnerete ai cittadini ed ai futuri amministratori alla luce delle delibere approvate?
5)-non sapete che il Comune,e cioè i cittadini, rimborsa annualmente quote capitali per un totale di € 1.246.312,53: € 569.073,81= per rimborsi quote capitale mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti ed € 677.238,72 per rimborsi quote capitale di prestiti obbligazionari (B.O.C.).
E non è tutto se pensiamo alla mole di debiti fuori bilancio già approvati o che stanno per cadere sulla testa dei cittadini come macigni (Monteco docet..), alle sorti delle Opere Pubbliche che tanto avrebbero reso “bella e attraente Francavilla” e destinatarie di milioni di euro finanziati “in allegria” …….
Ancora una volta va denunciata la superficialità e la non curanza nella gestione della spesa pubblica da parte di questa classe amministrativa che governa la Città.
I cittadini prendano atto dello stato economico finanziario in cui versa Francavilla grazie anche alle loro troppe “disattenzioni” (l’aumento TARSU era già un primo segnale preoccupante).



Francavilla Fontana, lì 17.11.2007



Cosimo RODIA
Democratici Per la Costituzione

29 settembre 2007

APRIAMO GLI OCCHI SULLA DISCARICA


DEMOCRATICI PER LA COSTITUZIONE
Francavilla Fontana
Via Carlo Pisacane, 40/A


Francavilla Fontana, lì 28.09.2007



Preg.mo Signor
Presidente Consiglio Comunale
Francavilla F.na

Preg.mo Signor
Presidente ATO BR/2
Signor Cosimo FERRETTI
ORIA

Preg.mo Signor
PRESIDENTE
Provincia di BRINDISI

Preg.mo Signor
PRESIDENTE
Giunta Regionale Pugliese
BARI

Preg.mo Signor
ASSESSORE ALL’AMBIENTE
Regione Puglia
BARI

Preg.mo Signor
PREFETTO
di Brindisi

e p.c.
Agli Organi di Informazione





Oggetto: MOZIONE Consiliare su “discarica controllata di prima categoria sita in Francavilla Fontana alla via San Vito.
Atto di concessione per la realizzazione e gestione in favore della società FRANCAVILLA AMBIENTE.
Impianto di selezione e biostabilizzazione ed eventuale realizzazione discarica di servizio/soccorso sempre nel territorio di di Francavilla Fontana (BR).
VERIFICA convenzione e gestione discarica in servizio.
Accertamenti circa regolarità e legittimità iter procedurale per impianto “complesso”.

Il sottoscritto Avv. Mario Filomeno,domiciliato in Francavilla Fontana (BR) alla via Salvo D’Acquisto n.25 (tel.: 0831-844925; cell. 368-3952851), in qualità di Consigliere Comunale eletto nella lista “Democratici per la Costituzione”, chiede al Presidente del Consiglio Comunale di Francavilla Fontana l’inserimento dell’allegata mozione, composta di nn. 14 facciate, nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale, come da disposizioni vigenti.

Alle altre Autorità in indirizzo la mozione viene trasmessa per quanto di competenza.

Certo di cortese attenzione ai contenuti dell’atto, si porgono i migliori saluti.


Avv. Mario Filomeno
MOZIONE
AI SENSI ART. 17 STATUTO COMUNALE e ART. 35 REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE
Il Sottoscritto Mario FILOMENO, in qualità di Consigliere Comunale eletto nella lista “Democratici per la Costituzione”,
PREMESSO CHE
-con delibera della Giunta Provinciale di Brindisi n. 213 del 26.3.1997 veniva autorizzata,ai sensi del D. Lvo 22/97 e della L.R. 17/93, la costruzione di una discarica controllata di prima categoria avente una volumetria massima di 470.000 mc e destinata al servizio dei Comuni facenti parte del bacino BR/2 (Ceglie M.ca, Erchie, Francavilla F.na, Latiano, Oria, San Michele S.no, Torre S. Susanna e Villa Castelli);
-a seguito di gara per l’affidamento in concessione della realizzazione e gestione la stessa veniva affidata,con determinazione dirigenziale n.955 del 20.07.2000, all’ATI costituita dalla Lombardi Ecologia s.n.c. (mandatario), Termomeccanica s.p.a. (mandante) ed EMAS Ambiente s.p.a. (mandante), successivamente costituite con atto notarile del 20.11.2001 in società consortile a responsabilità limitata denominata “Francavilla Ambiente” ;
-stipulato il contratto in data 7.12.2000, in data 1.3.2004 entrava in esercizio il 1° lotto realizzato;
-il secondo lotto veniva ultimato in data 20.05.2005;
-in ragione della indisponibilità della discarica di c.da Autigno in Brindisi posta a servizio del bacino BR/1, il Commissario delegato per l’emergenza ambientale con provvedimento del 19.04.2004 n. 25 disponeva che tutti i Comuni di detto bacino (ad esclusione poi di Brindisi) conferissero i propri rifiuti nella discarica gestita dalla Francavilla Ambiente. A tanto conseguiva la saturazione anticipata,rispetto ai tempi previsti nel progetto originario, della capienza volumetrica della discarica ;
-con delibera n. 282 del 13.10.2006,sulla scorta di relazione dell’Ufficio Tecnico Comunale del 28.9.2006 nonché delle sollecitazioni venute dall’Assemblea dell’Autorità di Bacino nella seduta del 03.10.2006, la Giunta Municipale,anche al fine di salvaguardare le preminenti ragioni di tutela dell’ambiente e della sanità pubblica, disponeva l’ampliamento del 2° lotto e nel contempo soprassedeva alla realizzazione di un centro di selezione e biostabilizzazione in attesa dell’individuazione di un nuovo sito sede di discarica del Bacino BR/2.
PREMESSO ANCORA CHE
-con Decreto del Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti in Puglia nr.257 del 21.12.1998 veniva approvato il progetto “Centro di Raccolta, prima lavorazione e stoccaggio dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata” nel territorio del Comune Francavilla Fontana indicato come bacino BR/2;
-l’art.1 - comma 3 del citato Decreto individua nel Comune di Francavilla Fontana il soggetto attuatore dell’intervento;
-sempre con Decreto Commissariale nr.333 del 21.04.1999 veniva assegnata al Comune di Francavilla Fontana la somma di £.4.229.000.000 quale soggetto attuatore;
-il finanziamento rientrava nell’ambito del P.O.P. Puglia 94/99, sotto-misura 7.3.2. e che il Comune di Francavilla, in esecuzione del citato decreto Commissariale, procedeva all’affidamento dei lavori previo pubblico incanto;
-con contratto del 14.12.1999 Rep. n. 4184 i lavori in questione vennero affidati al Consorzio Etruria Soc. Coop. a r.l. da Montelupo Fiorentino per il prezzo netto di 3.126.889.874, così come offerto in sede di gara, poi in sede di stato finale (redatto dal direttore dei lavori) risultati pari a £. 3.481.709.040=;
-i lavori, consegnati all’impresa appaltatrice in data 16.02.2000, vennero ultimati il 12.04.2001 e collaudati il 30.07.2001 dalla Commissione di Collaudo Tecnico Amministrativo all’uopo nominata con Decreto del Commissario Delegato n. 355 del 14.06.1999;
-tale impianto ad oggi non risulta mai essere entrato in funzione;
-le somme destinate all’intervento sono state di gran lunga superiori al finanziamento previsto nel decreto Commissariale 28.7.1997 (in G.U. S.O. n. 229 del 1° ottobre 1997) pari a £.1.500.000.000= ( tale ultimo importo per un impianto che prevedeva “pressa per plastica e alluminio, nastro selezionatore per carta e cartone, area stoccaggio vetro).
PREMESSO INFINE CHE
-con nota prot. n.4476/CD/R del 03.06.03 il Commissario Delegato prendeva atto della volontà manifestata dal Sindaco del Comune di Francavilla Fontana (dr. Vincenzo Della Corte), quale Presidente dell’Autorità di bacino, in ordine alla utilizzazione della discarica di servizio/soccorso, del centro di selezione e dell’adeguamento dell’impianto con la linea di biostabilizzazione, nonché della richiesta di cofinanziamento per la realizzazione delle sezioni di trattamento (selezione e biostabilizzazione);
-con la medesima nota veniva richiesto all’Autorità di gestione la presentazione del progetto definitivo delle predette linee di trattamento in conformità al disciplinare tecnico di cui al decreto commissariale n.296/02 ed alla vigente normativa di settore, corredato da ogni elemento funzionale onde accertare le condizioni di finanziabilità dello stesso;
-con nota della concessionaria Francavilla ambiente s.c.a r.l. del 29.08.03, acquisita al protocollo dell’Ufficio col n.7215/CD del 05.09.2003, veniva trasmesso il progetto della linea di selezione e biostabilizzazione;
-con nota commissariale prot. n.2135/CD del 29.03.2004 si ravvisava la necessità,in via istruttoria, di integrazioni progettuali come emerso in sede di incontro tecnico tenutosi il 25.03.2004;
-con nota prot. n.13 del 24.06.2004 della Francavilla Ambiente s.c.a r.l., acquisita al protocollo col n.4789/CD del 06.07.2004, veniva trasmesso il progetto definitivo della linea di selezione e biostabilizzazione;
-con nota prot.72 del 20.07.2004 sempre della Francavilla Ambiente s.c.a r.l., acquisita al protocollo col n.5129/CD di pari data ed in riscontro di altra nota dell’Ufficio Commissariale pro. N.4966/CD del 14.07.2004,venivano trasmessi gli ulteriori chiarimenti richiesti;
-l’Organismo Tecnico di assistenza e consulenza a supporto dell’attività commissariale di cui al decreto n.93/04, conclusivamente nelle sedute del 20.07.2004 e 03.08.2004 e sulla scorta della documentazione acquisita agli atti, esprimeva parere favorevole all’approvazione, per l’adeguamento del sistema impiantistico di base al servizio del bacino BR2 e del progetto dell’impianto di trattamento costituito da linea di selezione e biostabilizzazione, trasmesso dalla Francavilla Ambiente s.c.a r.l con la citata nota del 24.06.2003, conforme al disciplinare tecnico di cui al decreto commissariale n.296/02 ed alla vigente normativa, in testa alla discarica di servizio/soccorso di Francavilla Fontana – c.da Feudo,;
-in proposito è opportuno riportare quanto testualmente affermato nel decreto Commissariale del 26.3.2004 n. 56:
“In tale quadro (rif. agli obiettivi del piano di gestione dei rifiuti: n.d.e.), l’azione complessiva già prevista comprende tre specifiche “azioni di filiera” riguardanti, rispettivamente.
·-i materiali secchi derivanti da raccolta differenziata;
·-il rifiuto indifferenziato a valle della raccolta differenziata;
·-il materiale organico derivante dalla raccolta differenziata.
I materiali secchi derivanti da raccolta differenziata devono essere conferiti ai Centri di stoccaggio e prima lavorazione realizzati nel rispetto delle prescrizioni tecniche di cui al Disciplinare approvato con Decreto commissariale n.95 del 03.11.1994.
Per il rifiuto indifferenziato a valle della raccolta differenziata deve, invece, essere adottata una sequenza di trattamento che, nel rispetto delle prescrizioni tecniche di cui al relativo Disciplinare incluso nel citato Decreto commissariale n.296/02 comporta la scelta tra due diverse opzioni operative effettuata in considerazione delle peculiarità geografiche e socio-economiche dell’ambito di riferimento.
La prima delle opzioni suddette comporta la biostabilizzazione primaria di tutto il rifiuto con successiva separazione/vagliatura per la produzione di una frazione umida biostabilizzata, da avviare allo smaltimento in discarica controllata, e di una frazione secca da avviare alla produzione di CDR. La scelta tecnica di operare la biostabilizzazione su tutto il rifiuto, a monte cioè della separazione secco/umido, è derivata dalla necessità di garantire:
·-una maggiore efficienza della operazione di separazione stessa;
·-un sufficiente grado di stabilizzazione anche sulla frazione secca,
e, quindi, di evitare l’insorgenza di eventuali rischi di carattere igienico-sanitario connessi alla manipolazione di materiale che , benché secco, contiene comunque componenti organiche putrescibili.
La seconda opzione comprende, oltre alla biostabilizzazione primaria di tutto il rifiuto, anche la successiva maturazione della frazione umida biostabilizzata consentendo, quindi, di ottenere, dopo una ulteriore operazione di vagliatura, una frazione organica matura da avviare al recupero/riutilizzo in operazione di bonifica, risanamento ambientale, gestione discarica, ecc.
Il sopravaglio derivante dalle operazioni di separazione/vagliatura suddette sarà costituito da una frazione combustibile che dovrà essere destinata alla produzione di CDR, nel rispetto delle prescrizioni tecniche di cui al Disciplinare approvato con Decreto commissariale n.228 del 15.10.1998.
Infine, il materiale organico derivante da raccolta differenziata dovrà trovare destinazione presso gli impianti di produzione di compost già esistenti o in realizzazione, ovvero.da realizzare, a seguito di una attenta analisi costi-benefici, nel rispetto delle prescrizioni tecniche di cui al Disciplinare approvato con Decreto commissariale n.113 del 19.01.1998”;
-tale sistema così delineato costituisce altro rispetto alla realizzazione e gestione della discarica controllata ora in funzione. Ciò che del resto si afferma esplicitamente nel ricorso presentato dalla Francavilla Ambiente avverso la delibera di G.M. 13.10.06 n. 282, definito dal TAR-Lecce con sentenza n.1649/07 per cessazione della materia del contendere con conseguente condanna del Comune al pagamento delle spese e competenze legali nella misura di € 1.000,00= oltre accessori;
-tanto si verificava in quanto la delibera n. 282 del 13.10.2006, autorizzativa del solo ampliamento del 2° lotto della discarica di via San Vito in ragione della rappresentata saturazione della capacità volumetrica entro il 31.1.2007, veniva revocata con delibera G.M. n.92 del 30.03.2007 consentendo così la ripresa dell’iter per la realizzazione dell’impianto di selezione e biostabilizzazione.
CONSIDERATO CHE
-la discarica sita alla via San Vito è destinata allo smaltimento dei rifiuti “tal quali” e come tale è stata progettata e gestita;
-in tal senso rileva la circostanza della costituzione, da parte dell’Associazione Temporanea di imprese aggiudicataria della concessione per la realizzazione e gestione della medesima discarica, della società consortile “di scopo”, avente ad oggetto sociale esclusivo la realizzazione e gestione della discarica, denominata “Francavilla Ambiente”;
-l’obiettivo generale del piano dei rifiuti urbani predisposto in questi anni, successivamente alla progettazione e realizzazione della discarica controllata di Francavilla (vd. in proposito decreti Commissariali n.41 del 6.3.2001 e n. 296 del 30.9.2002 art. 7 del dispositivo), mediante la progettazione e realizzazione di un sistema impiantistico integrato per ciascun bacino di utenza è “quello della sottrazione della massime possibili quote di rifiuto urbano dal circuito del semplice smaltimento, a favore del circuito del recupero e riutilizzo, sia di materiale sia di energia, riservando allo smaltimento definitivo in discarica controllata una frazione residuale dei rifiuti non destinati ad alcuna forma di riutilizzo o di recupero, ovvero una mera funzione di soccorso per eventuali situazione contingenti di crisi o di interruzione nell’esercizio degli impianti complessi a causa di necessità manutentive ordinarie e straordinarie” (vd. decreto Commissariale n. 56 del 26.3.2004);
-sulla scorta delle emergenze e delle scarse risorse finanziarie l’Associazione Temporanea originariamente aggiudicataria,poi Francavilla Ambiente, ha ottenuto la concessione relativa alla discarica di via San Vito (illuminante in proposito il carteggio intercorso,dall’aprile 1997 e l’8.7.1997, tra il progettista Ing. Eligio Romanizzi, il Sindaco di Francavilla (dr. Della Corte) e l’Assessorato Regionale all’Ambiente ;
-successivamente otteneva l’autorizzazione per l’impianto di biostabilizzazione, unitamente all’allargamento del 2à lotto);
-suscita forti perplessità il comportamento tenuto dall’amministrazione Comunale di Francavilla con riguardo alla revoca della delibera del 13.10.2006 n. 282 ed alla gestione del contenzioso con la Francavilla Ambiente;
-elementi di dubbio conseguono anche alla mancata definizione ad oggi del procedimento arbitrale richiesto dalla medesima Francavilla Ambiente in ordine alle sanzioni comminate nell’estate 2006,pari a € 70.582,32=, a fronte di gravi inadempienze contestate e concernenti le operazioni di trattamento e stoccaggio dei rifiuti (vd. delibera G.M. n.384 del 19.12.2006), inadempienze rilevanti ai fini della procedura di decadenza prevista dall’art. 4 della convenzione del 7.12.2000;
RITENUTO CHE
-al fine di procedere nella verifica dell’intero iter procedurale per così come sin qui riferito è opportuno acquisire ogni documentazione utile depositata presso gli Uffici Comunali, Regionali, Provinciali e dell’ATO BR/2;
-all’esito della verifica potrebbe palesarsi l’opportunità di promuovere azioni nelle sedi giurisdizionali competenti, salva l’adozione di provvedimenti in autotutela;
-tali complesse attività,come facilmente intuibile, non possono essere garantite nei tempi ristretti richiesti da un singolo consigliere o gruppi politici o Comitati le cui funzioni fra l’altro incontrano limiti e disagi non di poco conto sia con riguardo all’acquisizione di atti ed informazioni sia con riferimento all’esercizio di azioni legali;
-in proposito va rammentato l’orientamento giurisprudenziale ormai consolidato che non riconosce la legittimazione ad agire in capo ai consiglieri comunali se non in caso di “vulnus” delle loro prerogative (fra tutte Consiglio di Stato sentenza n. 826 del 19.02.2007);
-altrettanto è da dire dei limiti, delle condizioni e presupposti richiesti in ordine all’azione esercitata da Associazioni e Comitati locali presenti sul territorio o costituiti per la tutela di interessi diffusi e obiettivi specifici (vd. sentenza Cons. di Stato n. 3191 del 14.06.2007: causa Ecolevante – Comitato Vigiliamo per la discarica di Grottaglie);
-anche l’azione popolare prevista dall’art. 9 del Testo Unico degli Enti locali viene definita in sede giurisprudenziale “quale azione eccezionale esercitata da soggetto diverso da quello che è titolare della situazione sostanziale tutelata e non può trasformarsi in un’azione di tipo correttivo”. (T.A.R. Emilia Romagna-Bologna sentenza n. 1618 del 6.7.2007; Cons. di Stato n.5043 dell’8.9.2003).
In sintesi: le scelte dall’Amministrazione Comunale di costituirsi nei giudizi promossi dalla Francavilla Ambiente, anche in relazione all’impianto di biostabilizzazione e definita con la revoca della deliberazione del 13.10.2006, non consentono l’esercizio di tale azione.
Del pari la costituzione nel giudizio promosso da un privato, proprietario di un immobile contiguo alla discarica, che ha inteso far valere il diritto alla salute personale ed alla salubrità dell’ambiente nonché sanzionare eventuali pregiudizi conseguenti al possibile decremento del valore dell’immobile, impedisce di effettuare anche un intervento cosiddetto “ad adiuvandum” (vd. delibera G.M. n. 59 del 28.02.2007);
-pertanto residuerebbe la sola azione penale che spetta all’Autorità giudiziaria competente, in presenza di elementi a tal fine rilevanti ed ove,è ovvio, vi sia la volontà di procedere;
-la vicenda del Rigassificatore di Brindisi è esemplare in quanto,duole sottolinearlo, si è rivelata insufficiente la pur meritoria azione costante di sensibilizzazione, di pungolo e di denuncia di comitati per la tutela dell’Ambiente e/o di singoli amministratori locali.
E ciò a causa di una fitta rete di interessi e di complicità che, a vari livelli, pare abbia contribuito a rendere “impenetrabile” e apparentemente legittima tutto l’iter procedurale. Solo un’indagine condotta,mediante l’acquisizione e comparazione di atti e documenti depositati e dispersi (!) tra gli innumerevoli Uffici competenti, ha reso possibile dopo anni l’adozione al momento del provvedimento di sospensione da parte del Ministero delle Attività produttive;
-pur tuttavia,e per quanto compete in sede amministrativa e politica, è assolutamente necessario stimolare e sollecitare gli Enti locali interessati, i rappresentanti Istituzionali e l’ATO BR/2 perché si faccia piena luce su quanto sin qui verificatosi. Ciò,quanto meno, per rassicurare i cittadini circa la regolarità, legittimità e correttezza dell’operato della Pubblica Amministrazione.
RITENUTO E CONSIDERATO CHE
-il diritto dei cittadini alla salute ed alla salubrità dell’ambiente e la tutela del territorio costituiscono obiettivi fondamentali di una sana Amministrazione;
-tali diritti rischiano di essere pregiudicati dalla carenza o insufficienza o inidoneità dei controlli e delle verifiche in ordine alla corretta osservanza degli standards e obblighi previsti dalla legge nella realizzazione e gestione di impianti di smaltimento;
-in caso di inerzia e/o di colpevoli omissioni potrebbero aggravarsi per la popolazione di Francavilla le condizioni ambientali già rese “problematiche” dalla presenza e concentrazione sul territorio ed al confine con Francavilla di altre fonti di possibili inquinamento: discariche abusive di ogni genere di materiale; discariche di materiale nocivo e pericoloso; installazione diffusa su proprietà private di impianti di telecomunicazioni e telefonie; sottostazione ferroviaria; traffico …;
-non può sottacersi la circostanza che solo in questi mesi è stata attivata la procedura volta ad accertare lo stato del sottosuolo nell’area per anni,precedenti all’emanazione di disposizioni più prescrittive circa la gestione delle discariche, destinata allo smaltimento dei rifiuti (vd. “caratterizzazione” c.da Matroccolo, contigua alla discarica gestita dalla Francavilla Ambiente, sito non più utilizzato dai primi anni ’90) (determina n. 1041 del 31.7.2007 Indice generale: nomina direttore dei lavori);
-i progettisti della discarica controllata, a suo tempo, nella relazione di impatto ambientale attestavano: “è stata altresì verificata la compatibilità tra il progetto proposto e il Piano Regolatore Generale (rectius: P.d.F., n.d.e.) della città di Francavilla Fontana,infatti, la zona in questione è tipizzata come zona agricola e a tale destinazione sembra vocata in successivi strumenti urbanistici”.
Ma anche tale circostanza risulta smentita dal momento che negli ultimi anni a poca distanza sono insorti insediamenti produttivi (zona S.I.S.R.I.) e recentemente è stato approvato il piano commerciale per le medie strutture di vendita con la previsione,anche se non precisata la esatta allocazione, di insediamenti sull’asse San Vito.
RILEVATO CHE
-le palesate emergenze ambientali nonché la scarsità delle risorse finanziarie necessarie a farvi fronte non possono favorire interessi sia pur legittimi a discapito di diritti costituzionalmente riconosciuti (alla salute, alla integrità del territorio, alla trasparenza dell’azione amministrativa..);
-nel caso concreto una situazione di fatto (la concessione relativa alla realizzazione e gestione della discarica di via San Vito) rischia di “legittimare” l’adozione e attivazione di atti e procedure quanto meno degne di approfondimento;
-infatti la Francavilla Ambiente,tramite l’ottenimento della prima concessione, è stata autorizzata a realizzare l’impianto di biostabilizzazione sul presupposto della presunta esistenza in Francavilla di una discarica di servizio/soccorso (vd. decreto Commissariale n. 158 del 20.09.2004);
-sempre l’emergenza, costituita dall’imminente esaurimento della discarica (ma come è stata verificata tale circostanza?) ha ulteriormente condizionato la scelta di realizzare l’impianto di biostabilizzazione procedendo alla revoca della delibera n.n. 282 del 13.10.2006,con delibera n. 92 del 30.03.2007, e sul presupposto ulteriore di una possibile responsabilità riveniente dalla perdita dei finanziamenti previsti (vd. anche nota a firma Sindaco di Oria e Presidente ATO BR/2 dell1.3.2007 prot. n. 71; con altra missiva datata 8.2.2007 n. 45 prot., sempre il Sindaco Ferretti, sollecitava,fra gli altri, il Sindaco di Francavilla, perché garantisse “ i diritti acquisiti dalla Francavilla Ambiente nel suo agire come soggetto economico”);
-contrariamente a quanto affermato nell’interesse della medesima Francavilla Ambiente (vd. ricorso avverso la delibera n.01 dell’8.2.2007 dell’ATO BR/2 e delibera di presa d’atto G.M. n. 168 del 29.05.2007: di aggiornamento della tariffa di conferimento R.S.U. in discarica) circa la natura di società consortile “di scopo” (oggetto esclusivo: realizzazione e gestione discarica di via San Vito in Francavilla F.na), inspiegabilmente la Francavilla Ambiente risulta destinataria di altre possibili concessioni escluse dall’oggetto sociale originario;
-oltre all’impianto di biostabilizzazione, la Francavilla Ambiente ha individuato altro sito nelle immediate vicinanze della discarica in esercizio ove realizzare altra discarica, evidentemente di servizio/soccorso come richiesto dalle disposizioni in tema di sistema integrato dei rifiuti (vd. missiva datata 12.03.2007 e pervenuta al Comune in data 14.3.2007 prot. n. 9519);
-attraverso tutta questa serie di atti Francavilla rischia ormai di vedersi allocata altra discarica,a servizio dell’impianto complesso come configurato dalla normativa vigente, e senza che a monte vi sia stata una gara di evidenza pubblica che non concerne evidentemente solo i 7 milioni di euro previsti per la realizzazione dell’impianto di selezione e biostabilizzazione;
-tanto è avvenuto in virtù di alcune modifiche statutarie (quanto legittime stante anche la natura consortile costituita per il suo originario scopo?) intervenute successivamente all’ottenimento della concessione per la discarica di Francavilla;
-infatti,prima dell’istanza presentata alla Regione Puglia nel giugno 2003 volta all’ottenimento dell’approvazione del progetto di adeguamento dell’impianto esistente e della realizzazione dell’impianto di biostabilizzazione, l’oggetto sociale,come si evince dalle risultanze camerali, veniva integrato nel modo che segue: “nell’ambito della suddetta concessione con il Comune di Francavilla Fontana (BR) la società potrà inoltre svolgere la raccolta, il trasporto, lo smaltimento, il riciclaggio e la lavorazione di ogni tipo di rifiuto urbano e differenziato non pericoloso ….. costruzione e gestione di impianti di selezione di R.S.U., di biostabilizzazione e di produzione di C.D.R…..”;
-il contratto stipulato il 07.12.2000 con il Comune di Francavilla non solo escludeva espressamente la raccolta dei rifiuti ma si limitava solo e soltanto a disciplinare la realizzazione e gestione della discarica per lo smaltimento dei rifiuti “tal quali”.
**** ****
Per quanto sin qui espresso, ove dovessero emergere elementi tali da inficiare l’intera procedura di realizzazione dell’impianto complesso, coltivata per fasi ed in tempi che suscitano dubbi notevoli (procedura,fra l’altro, soggetta alla V.I.A.: vd. determina Dirigente Settore Ecologia – Regione Puglia n. 18 del 17.01.2007 in B.U.R. n. 27 del 21.02.2007: realizzazione impianto complesso Bacino BA/4), non si intuirebbero le ragioni di una ulteriore penalizzazione per i cittadini ed il territorio di Francavilla.
Tutto ciò premesso, considerato, accertato e rilevato, il sottoscritto Consigliere Comunale
INVITA ED IMPEGNA
il Sindaco, la Giunta Comunale, il Segretario Generale, i Dirigenti preposti ed il medesimo Consiglio Comunale, ciascuno secondo le competenze di legge, a
1)-ad adottare ed assumere,sollecitando all’uopo e per quanto di loro competenza l’ATO ed i suoi rappresentanti pro-tempore nonché l’Assessorato Regionale all’Ambiente ed il Presidente della Regione quale Commissario delegato per le eventuali funzioni residuate nonché ancora il Presidente della Provincia, ogni atto ed intervento utile ai fini della immediata sospensione dell’iter procedurale avente ad oggetto l’affidamento,in concessione, della realizzazione dell’impianto di selezione e biostabilizzazione e di realizzazione di una nuova discarica in Francavilla in favore della società Francavilla Ambiente. Tanto in attesa degli esiti degli accertamenti di cui al punto 2) e 3);
2)-invitare ed impegnare il Presidente della Provincia di Brindisi,in virtù dei poteri conferiti dalla legge e delle funzioni delegate in materia nonché tutte le Istituzioni coinvolte nell’iter procedurale intrapreso, a procedere con urgenza nella ricognizione e ricostruzione dell’intero iter procedurale che ha determinato l’insediamento della discarica controllata di prima categoria con riferimento particolare alla sua realizzazione e adeguamento secondo la normativa vigente, alla gestione ed ai controlli e verifiche previste dalla convenzione stipulata con il Comune di Francavilla e dalle disposizioni in materia. Tali accertamenti estesi anche alla realizzazione del centro raccolta e prima lavorazione del materiale riveniente dalla raccolta differenziata collaudato e non attivato;
3)-procedere,sempre con urgenza e nel coinvolgimento delle Autorità Istituzionali menzionate, nella verifica dell’iter procedurale che ha consentito le autorizzazioni e approvazioni in favore della Francavilla Ambiente dei progetti di adeguamento/allargamento della discarica esistente in via San Vito (cd. “ottimizzazione”), la realizzazione e gestione dell’impianto di selezione e biostabilizzazione nonché della eventuale realizzazione di altra discarica di servizio/soccorso in altro sito adiacente alla discarica in servizio e quella di c.da Matroccolo oggetto del servizio di “caratterizzazione”;
4)-nel contempo,in ossequio ai principi di trasparenza e buon andamento dell’azione amministrativa nella specie finalizzati alla tutela del diritto alla salute ed alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio, dare incarico a professionisti di provata e alta esperienza e competenza tecnico-giuridica acchè,previa ricognizione dell’intero iter progettuale e gestionale, accertino alla luce delle pattuizioni contrattuali intercorse con la Francavilla Ambiente e delle disposizioni di legge in materia la conformità dell’opera, la corretta e puntuale osservanza delle obbligazioni di legge e contrattuali come in premessa esplicitate.
Inoltre verificare ed accertare la legittimità e correttezza degli ulteriori comportamenti posti in essere dalla Francavilla Ambiente in relazione alla vicenda dell’insediamento nel territorio di Francavilla dell’impianto cosiddetto “complesso” (selezione e biostabilizzazione, nuova discarica).
All’esito, e comunque entro e non oltre 3 mesi dall’incarico, gli stessi riferiscano in Consiglio Comunale in ordine alla natura degli accertamenti svolti, ad eventuali inadempienze emerse ed in tal caso i rimedi e le azioni da intraprendere.
Francavilla Fontana, lì 27.09.2007
Mario FILOMENO

26 settembre 2007

COMUNICATO




A ridosso della campagna per le primarie del 14 ottobre, il movimento dei Democratici per la Costituzione di Francavilla Fontana intende dichiarare la volontà di non aderire alla fase costituente del Partito Democratico, pur lasciando libertà di voto ai propri iscritti, a titolo esclusivamente personale. Questa scelta scaturisce dalla constatazione del mancato coinvolgimento dei Democratici, paradossalmente sollecitato più volte dalle stesse forze costituende il Pd e tuttavia mai concretizzatosi in reali occasioni di confronto politico ampio e credibile.
La nascita del Pd locale si conferma un’ulteriore occasione sciupata per ristabilire un contatto con i cittadini, organizzati o meno, garantendo una vera partecipazione di base. Al contrario, l’impressione è che ci si trovi di fronte ad una mera operazione di marketing politico che da un lato darà vita ad un’altra scatola vuota incapace di rappresentanza e di dialogo con il territorio, dall’altro garantirà la sopravvivenza della solita nomenclatura che, negli ultimi mesi, ha offerto di sé un pessimo spettacolo nelle beghe e fratture tra correnti avversarie, impedendo quella contaminazione civile che pure apparentemente sembrava auspicare ed escludendo i cittadini dai reali momenti decisionali.
A questo si aggiunga il sistema di voto che, sulla scorta dell’attuale legge “porcata” per le consultazioni politiche, non permette l’espressione di una preferenza per i singoli candidati, ma, al contrario, costringe a votare liste bloccate, pacchetti di candidati “prendere o lasciare”, frutto di un sapido accorpamento tra stantii personali politici in cerca di sopravvivenza o nuove legittimazioni.
Ferma la posizione di movimento all’interno del centrosinistra, i Democratici per la Costituzione restano tuttavia aperti a confronti e sviluppi futuri, a patto che i percorsi siano realmente chiari e partecipati.



Il coordinatore
Carlo Altavilla

20 settembre 2007

IL POLITICO GRILLO....MAH


Da qualche giorno imperversa nell'intero sitema informativo nazionale la notizia riguardante il "tuffo" in politica da parte del comico di "rottura" Beppe Grillo.
E' dall'8 settembre(giorno del "Vaffa day")che ogni giorno assistiamo a dibattiti sul tema,dove personaggi illustri e meno del panorama politico-giornalistico-intellettuale nazionale esprimono le proprie opinioni ed le proprie idee nonche' le loro disapprovazioni o i propri applausi.E' proprio qui che assistiamo spesso a scontri o nette divergenze anche tra esponenti della stessa coalizione;questo e' un segnale importante, vuol dire che questo personaggio sta davvero innescando un meccanismo esplosivo nel mondo politico e non.
Ma effettivamente sono condivisibili le sue idee?E giusto che un comico,anche se di grossa levatura,entri a far politica?E' normale che l'intero mondo politico venga spiazzato da Grillo?
Pensiamoci un po'.....chissa' potrebbe essere il modo meno ortodosso ma forse piu' produttivo per dare uno scossone alla nostra nazione,in fondo gia' centinaia di migliaia di persone danno credito e seguito al suo progetto...

04 luglio 2007

Partito Democratico. Costituzione e percorso costituente.

Cari amici,
circa 1 anno fa (per l’esattezza il 26 luglio 2006) come “Democratici per la Costituzione” declinavamo l’invito a partecipare alla fase di avvio della costituzione del gruppo unico consiliare definita e pubblicizzata solo qualche giorno fa.

La decisione al momento non soddisfa appieno le esigenze di chiarezza sia sotto il profilo delle adesioni dei singoli consiglieri comunali sia sotto il profilo della gestione “tecnica” del gruppo consiliare e della sua rappresentanza.

Ma il problema rivela ben altro.

Infatti il lungo tempo occorso solo per pervenire a tale scelta giustifica ulteriormente i disagi rappresentati, e formalizzati con i documenti redatti dal maggio 2005 al febbraio 2007, circa la capacità dei partiti a dare risposte ponderate ma tempestive alla complessità dei problemi posti da una società in continuo e veloce cambiamento.

Il disagio aumenta (Ilvo Diamanti lo definirebbe “disgusto”) per l’immagine quotidiana che una coalizione di Governo rissosa e divisa pubblicamente offre quotidianamente su temi qualificanti e non. A non tacere delle divisioni consumate nelle recenti competizioni elettorali e dell’autoreferenzialità e del “protagonismo solitario” sia di forze politiche sia di singoli che utilizzano il consenso elettorale,anche risibile, per imporre o ricattare un’intera coalizione.

E preoccupa soprattutto come il tempo sprecato, le occasioni mancate e gli indegni spettacoli offerti sino ad oggi abbiano alimentato un processo di grave disaffezione ed un sentimento di avversione alla politica e non solo verso chi la fa. A dirla tutta: per non pochi cittadini la situazione rappresentata costituisce spesso l’alibi per giustificare incoerenze e concezione della politica quale strumento di mero soddisfacimento di esigenze individuali e familiari anche al limite della legalità.

Molti cittadini-elettori hanno investito su un’idea di centrosinistra volto al superamento di logiche ideologiche ormai superate ma nel contempo rigorosamente impegnato a costruire un’alternativa vera al centrodestra le cui scelte e comportamenti hanno devastato le coscienze dei singoli e dei territori sul piano dell’etica pubblica, della cultura dei diritti e dei doveri dei cittadini e delle formazioni sociali, del rigore economico, del rispetto del lavoro quale principio fondante la nostra Repubblica democratica.

Ma tutto ciò sembra essere stato dimenticato dai nostri attuali rappresentanti del Governo e dei partiti…e non solo per le ben note ragioni di difficile governabilità conseguenza di una legge elettorale che ha costituito l’ultimo dei tanti oltraggi commessi in danno della Costituzione e delle Istituzioni. E oggi ci vediamo pure costretti a subire la beffa di un partito della C.D.L. (A.N.) che nelle piazze chiede una firma a sostegno del referendum elettorale!

Proprio quella legge elettorale che certamente ha fatto comodo a tanti per “blindare” di amici, familiari e “fedelissimi” le liste sottoposte al voto dei cittadini.

Il Movimento che rappresentiamo,in questa situazione e forte non solo del risultato elettorale conseguito nel maggio 2006 ma anche degli esiti elettorali delle ultime amministrative che hanno visto premiare in tante realtà liste civiche, potrebbe oggi confermare quanto deciso nel luglio 2006. Le ragioni non mancano sia a livello nazionale sia a livello locale …anzi!

Una per tutte: se la eventuale scelta di Veltroni,quale leader del nascente P.D., è fonte di speranza, il preventivo affiancamento di un vice (Dario Franceschini) rischia di confermare come nelle oligarchie dei partiti costituenti vi sia la volontà ancora una volta di neutralizzare e vanificare la volontà diffusa di creare un nuovo soggetto che in virtù di regole effettivamente democratiche favorisca la formazione di una nuova classe dirigente meglio attrezzata culturalmente e più motivata.

Pur tuttavia e consapevoli dell’emergenza in cui logiche corporative e comportamenti irresponsabili ci hanno condotto, riteniamo che il senso di responsabilità debba prevalere in chi crede che la politica, oggi ancor più, debba ripartire dal proprio territorio per dare vita,confidando in un processo di “contagio ascendente”, ad un processo di semplificazione che distrugga le autoreferenzialità e la tentazione del ricatto dei numeri proponendo un orizzonte ideale e programmatico non colorato da buoni sentimenti o forme di moderatismo che non ci appartengono né da radicalismi ideologici che pur partendo da giuste esigenze di giustizia sociale il più delle volte offrono soluzioni che confliggono con la storia e la cultura di un Paese chiamato a coniugare modernità ed innovazione con equità e solidarietà.

Sulla base di tali considerazioni, e lealmente significando che il Movimento al momento comunque non verrà sciolto intendendo così preservare le finalità di cultura politica che ne costituiscono le ragioni primarie della sua costituzione, riteniamo di prospettarvi le conclusioni di un dibattito interno.

A)-Il Movimento “Democratici per la Costituzione” propone la sua adesione al costituente Partito Democratico con tutta la libertà di riflessione necessaria per contribuire alla costituzione di un vero soggetto politico che non sia la sommatoria di 2 partiti o peggio ancora l’esito del travaso automatico delle loro classi dirigenti;

B)-il processo costituente dovrà prevedere una serie di regole che dovrà favorire la partecipazione di quanti vorranno aderire o guardare con interesse al nuovo soggetto politico.
Tanto con riferimento alle candidature per la rappresentanza locale e per la rappresentanza assembleare a livello nazionale;

C)-il processo costituente,proprio al fine di favorire il massimo della partecipazione, dovrà prevedere momenti pubblici di confronto e forme di comunicazione politica a vasto raggio.

Nell’immediato,e prima della pausa estiva, sia convocata un’assemblea aperta ad iscritti e simpatizzanti dei partiti e movimenti nonché a singoli cittadini onde favorire la giusta informazione sul percorso democratico da seguire ed il massimo coinvolgimento partecipativo aprendo alla società civile ponendo il massimo dell’impegno verso i giovani e le donne che attualmente sono fuori dai circuiti decisionali sia a livello politico sia a livello amministrativo;

D)-il coordinatore designato,Tommaso Resta, ed i partiti costituenti acquisiscano formalmente le adesioni dei loro rappresentanti consiliari e di quanti rivestono responsabilità politiche ed amministrative ai vari livelli onde chiarire,per rispetto anche dell’opinione pubblica, posizioni e scelte in vista del processo costituente del P.D.;

Ma tale attività di ricognizione sarà utile ai fini della organizzazione del gruppo unico, attività che dovrà tener in debito conto,onde evitare atti di ingenuità, le vigenti disposizioni regolamentari in tema di partecipazione alle Commissioni Consiliari e di rappresentanza.

Occorre in sostanza assicurare comunque il massimo della diffusione delle fasi di acquisizione dei dati e della opportuna documentazione;

E)-per dare chiari segnali di un nuovo e rinnovato impegno pubblico,senza il bisogno di improprie quanto parzialissime rampogne esterne, tutti i consiglieri comunali del nascente P.D.,ciascuno secondo le funzioni ricoperte, si impegnino con più zelo e maggiore coesione nell’informazione documentata dei cittadini su fatti di rilevanza amministrativa.

In proposito si ritiene ineludibile,innanzi alla sfrontatezza dimostrata dall’odierna maggioranza e della irresponsabile scelta di “continuismo” rispetto ai precedenti metodi gestionali, una qualche presa di posizione rigorosa su ben note vicende amministrative che costituiscono la riprova di saccheggi e devastazioni delle casse comunali.

Sono maturate le condizioni per una richiesta di intervento di altre Autorità competenti.

Come ben sappiamo gli aumenti delle tasse e tributi comunali non sono da ascrivere alla diminuzione dei trasferimenti statali e regionali bensì a sperperi e accollo di situazioni deficitarie conseguenti a scelte clientelari, elettorali e di copertura di responsabilità ed omissioni consumate in questi anni (Multiservizi; costituzione Nucleo di Valutazione dei Dirigenti Comunali; incarichi di progettazione esterne per Opere Pubbliche la cui situazione di stallo è certificata: nuova Area Mercatale, Palazzetto dello Sport, Tensostatico, Piazza Umberto …..; Centro di Carico Intermodale...).

Sollecitiamo tale azione perchè seriamente preoccupati della “produttività” elettorale del senso di impunità che con arroganza è stata sin qui esibita dai maggiorenti della vecchia e attuale maggioranza.

Su quanto evidenziato sollecitiamo tempestive risposte assicurando comunque la massima disponibilità al confronto per conseguire obiettivi nobili ma possibili.

Proprio in vista dell’auspicato confronto pubblico riteniamo doveroso rendere partecipi sin da ora gli Organi di Informazione.

16 giugno 2007

Publico comizio dei Democratici della costituzione

Lunedì ore 19:30
Piazza Dante
pubblico
comizio
dell'avvocato
Mario Filomeno

09 giugno 2007

The final countdown


La pensione degli italiani si allontana. Ogni anno l’asticella viene posta più in alto. Sempre più in alto. E chi alza l’asticella sono i nostri cari dipendenti. La ragione è che non ci sono più i soldi. L’esempio, si sa, fa miracoli. E i parlamentari non si sono tirati indietro. Tutti per uno e uno per tutti. Per loro i soldi ci sono sempre.
Dopo due anni e mezzo dall’inizio della legislatura hanno il diritto alla pensione.
DUEANNIEMEZZOOOOOOOOOOOOO!!!!!
A noi lo scalone e a loro lo scivolo.

Firma la petizione!

17 maggio 2007

TUMORI A LECCE

E' sempre più allarme tumori nel Salento: nuovi dati confermano la provincia di Lecce come l'area a più alta incidenza di cancro della Puglia e, per le patologie legate alle vie respiratorie e ai polmoni, addirittura dell'intero Mezzo giorno d'Italia. Giorgio Assennato, direttore regionale dell'Arpa, lo aveva detto già un mese fa, durante il consiglio monotematico che il Comune di Lecce aveva convocato per discutere degli aspetti legati alla mega centrale di Cerano.
«In provincia di Lecce ci si ammala di tumore molto di più di quanto avvenga nelle province di Brindisi e di Tarante», aveva detto in quell'occasione il professore, riportando i risultati di una
ricerca condotta dal Registro tumori jonico-salentino.
In particolare le aree a rischio, secondo quella ricerca, erano la città di Lecce e la zona tra Martano e Cutrofiano. Ora arrivano nuovi dati, che confermano e rilanciano l'allarme: le statistiche Istat aggiornate al 2001 e le cifre dell'Osservatorio epidemiologico regionale aggiornate al 2002, tracciano una «mappa dei tumori» da cui emerge con chiarezza che il Salento è una vera e propria area di crisi, con punte critiche a Cutrofìano, nell'entroterra otrantino e anche in alcuni comuni del basso Salento.
Ma andiamo con ordine e partiamo dalla relazione dell'Osservatorio epidemiologico, una parte della quale è disponibile da poche settimane sul sito internet dell'ente regionale, che ha esaminato le cause di morte in un arco temporale di cinque anni (dal 1998 al 2002). L'indagine esamina le zone della Puglia a mortalità più elevata e ne individua quattro: «l'area del subappennino danno, l'area del nord barese, alcuni comuni a nord di Brindisi e il Basso Salento». Dopo di che si scompone il dato, individuando quante di quelle morti siano dovute a tumori e qui la relazione è chiarissima, sottolineando «l'eccesso di mortalità per tumore (in particolare di carcinoma polmonare) nei residenti nella provincia di Lecce». Le tabelle che riportano i tassi di mortalità per tumore ogni 10mila abitanti, infatti, dicono che a Lecce nel 1998-1999 il tasso di morte per cancro era del 23,80, un dato che è andato crescendo nel 2000-2001 (24,56) e nel 2002 (25,50).
Contemporaneamente in provincia di Brindisi l'incidenza era più bassa: il 21,68 nel 1998-1999, il 21,92 e il 23,22 nel 2002, mentre in provincia di Taranto la mortalità per tumore era ancora inferiore: l'incidenza era del 21,28 nel 1998-1999, del 22,21 nel 2000-2001 e del 21,59 nel 2002. Decisamente più basse, poi, le cifre riferite alle altre province pugliesi: nel 2002 Bari si attestava al 20,58, Foggia al 20,77.
Particolarmente inquietanti, in questo quadro, i dati riferiti ai tumori di trachea, bronchi e polmoni, il cui tasso in provincia di Lecce si è mantenuto costantemente al di sopra del 5 (il 5,75 nel 1998-1999, il 5,64 nel 2000-2001 e il 5,51 nel 2002), mentre tutte le altre province pugliesi erano al di sotto di questa soglia (Brindisi e Taranto, in media, di un punto, Bari e Pioggia di due punti). La relazione si completa con una vera e propria «mappa del tumore», in cui ogni comune è evidenziato con un colore diverso in base all'incidenza di cancro:
risalta ad occhio nudo come le aree di crisi siano, in parte, il subappennino dauno e, in misura maggiore, la provincia di Lecce, in particolare Cutrofìano, alcuni comuni del Capo di Leuca come
Ugento, Specchia e Morciano (ma anche altri comuni jonici come Sannicola e Aradeo) e la zona di Carpignano e Cannole: qui il tasso di mortalità per tumore si attesta al di sopra del 25,91, un dato assolutamente al di sopra della media regionale.
La Gazzetta del Mezzogiorno 13.05.2007

Posta prioritaria al nuovo Partito Democratico

10 maggio 2007

La Chiesa in piazza

Se Gesù di Nazaret fosse stato così malevolo verso le convivenze di fatto, noi non avremmo una delle più belle pagine del Vangelo, quella della samaritana, che aveva avuto cinque mariti e quello con cui stava non era suo marito. Invece è proprio lei che attinge l’acqua dal pozzo per Gesù e ne ha in cambio l’acqua viva, e poi corre al villaggio ad annunziare a tutti, compresi i suoi compagni e mariti, di aver visto il messia. Se il celibato di Gesù fosse stato tanto arcigno e schizzinoso, così da assurgere a insuperabile presidio della legge sadica di successione nella Chiesa, per cui da Dio Padre al Figlio maschio unigenito ai successori degli apostoli si va per linea maschile fino all’ultimo degli accoliti, non avrebbe consentito che da lui si trasmettesse una forza all’emorroissa né si sarebbe fatto bagnare di pianto i piedi da una donna, né si sarebbe fatto cospargere di nardo né avrebbe avuto per loro parole di vita.

Se la Chiesa di Giovanni fosse stata così ansiosa e zelante come quella di Luca, che nel suo Vangelo non ha voluto includere l’episodio del perdono di Gesù all’adultera, per non indebolire il principio della fedeltà matrimoniale, noi non sapremmo, come invece sappiamo dal Vangelo di Giovanni che se n’è fatto carico, che le adultere non si uccidono, e che perfino la legge mosaica che lo prescriveva è scritta come col dito sulla sabbia, e basta una folata di vento, del vento della grazia, a spazzarla via.

Se la Chiesa che fu di Ruini non fosse così convinta che dove non basta la predicazione ci vuole il deterrente di una legge restrittiva, e che se i cattolici non obbediscono in casa sono tenuti ad obbedire almeno in Parlamento, non manderebbe le folle in piazza con preti e parroci in testa per dire “famiglia, famiglia”, e in realtà per cambiare la politica del Paese. Si rompe così l’unità del presbiterio, e si divide la Chiesa in fazioni. Per “supplicare” che essa non facesse un simile errore, Giuseppe Alberigo ci si è giocata la vita.

Ci fu un’altra volta in cui la Chiesa tentò un’operazione del genere, e fu quando fece scendere a Roma trecentomila militanti della Gioventù cattolica, con un uniforme berretto verde sul capo, perciò soprannominati “baschi verdi” (non c’era ancora la Lega), per una manifestazione di anticomunismo (che era il grande coagulante di allora). Quando De Gasperi li vide sfilare, disse: gridano per il papa, ma marciano contro di me. Da quel trauma la Chiesa si riebbe solo col Concilio, e Carretto andando nel deserto.

Certo, è molto umano che quando non ci si riesce da una parte, ci si provi dall’altra. Se non si riesce con la fede, proviamo col progetto culturale, con la politica, con la natura. E siccome la Chiesa sa cos’è la natura, non dice alla politica “segui me”, ma “segui la natura”: la famiglia naturale, la natura umana del materiale genetico che diventa uomo già sul vetrino, le relazioni naturali e perfino, com’è accaduto, la conformità alla natura della pena di morte, purché non dell’innocente. Tutte cose che varrebbero lo stesso, come diceva Grozio, “anche se Dio non ci fosse”.

Per l’appunto Dio ha fatto lo sforzo di incarnarsi quando ha visto che con la “natura” l’uomo non andava troppo lontano. Ci voleva dell’altro, ed è per quest’altro che è nata la Chiesa.

Del resto neanche alla politica basta seguire la natura. Questo lo credeva Aristotele, che pensava alla politica come all’attuazione di una scienza, di una verità, che “sta sopra” (l’epistéme), per cui sarebbe secondo natura, e necessario, che ci sia “chi comanda e chi è comandato” e che il maschio comandi sulla femmina, essendo “l’uno per natura superiore, l’altra inferiore” (vedi alla voce “politica” del Dizionario di teologia della pace, EDB). Invece la politica è un artificio, è un prodotto della cultura. Un artificio è la democrazia, e infatti rischiamo ogni momento di perderla. Ma un artificio è anche lo Stato: e perciò non può essere “perfetto”, cioè del tutto autosufficiente, come pretendeva lo Stagirita; anzi è proprio questa idea di avere per natura tutti i mezzi necessari e di non aver bisogno di nessuno, che ha fatto dello Stato un “sovrano” in guerra contro gli altri Stati.

E artificiali sono i regni. Non c’è niente di più innaturale di un re. Ma intanto, se gli uomini non si fossero inventati il re (e Dio non voleva, come disse a Samuele) Gesù non avrebbe potuto usare quella metafora per annunciare il “regno di Dio”: nella natura, oltre la natura, nonostante la natura.

di Raniero La Valle - su Rocca del 1° Maggio 2007

La Tragedia di Castellaneta - Comunicato di Medicina Democratica

Il tragico errore nell'ospedale di Castellaneta poteva essere evitato? Probabilmente sì se la ASL avesse avuto un concreto diritto di parola in sede di collaudo dell'impianto dei gas medicali che anziché portare nel nuovo reparto di terapia intensiva cardiologica ossigeno, portava al letto del èaziente un anestetico. Per concreto diritto di parola si intende la presenza di tecnici di sua fiducia, meglio dipendenti, che non prendessero solo atto di quanto certificato dalla ditta costruttrice ma che verificassero, con strumenti e competenze proprie, quanto erroneamente certificato. E' avvenuto ciò? Ne dubitiamo a meno che la dotazione di ingegneri nella ASL di Taranto sia eccezionalmente florida rispetto al panorama regionale.
Perchè una situazione simile in Puglia è solo un miraggio. Le leggi del centro destra che nel 2000 hanno bloccato per quasi cinque anni le assunzioni e l'acquisto di beni nel servizio sanitario hanno ridotto al lumicino le risorse umane nelle nostre ASL e soprattutto nelle strutture di supporto come le aree tecniche. Non ci sono ingegneri, sono pochi e mal attrezzati e tutte le attività appaltate come l'antincendio, i gas medicali, la manutenzione elettrica ed impiantistica si svolgono senza una vigile attività di controllo da parte di personale di fiducia della ASL. Ciò vuol dire che le ditte appaltatrici fanno quello che vogliono naturalmente guardando soprattutto alla riduzione dei costi ed all'aumento dei profitti.
La volontà di invertire questa situazione trova ostacoli nelle norme che i governi di centro destra prima ed ora quello di centro sinistra hanno dettato riguardo ai costi del personale degli enti pubblici nelle ultime leggi finanziarie: la costante riduzione della spesa del personale rispetto agli anni passati è un severo paletto posto alla gestione delle nostre ASL. E poco vale il discorso che l'aumento del costo del personale potrebbe ridurre il ricorso a manutentori esterni o i costi stessi di manutenzione perché si gestirebbe in proprio il primo intervento. Sono argomenti che non valgono di fronte alla giustizia contabile. E allora si tagli sul personale proprio e si appaltino all'esterno i servizi così la voce costo del personale potrà essere ridotta.
Le commissioni per il rischio clinico e gli uffici per la sicurezza in staff alle direzioni generali, evocati come rimedio dalla Ministra alla Salute nella terribile circostanza di Castellaneta, possono soddisfare esigenze mediatiche del momento ma non possono risolvere il problema. Tanto più che gli uffici per la sicurezza già esistono e sono già in staff alle direzioni ma sono costituiti da pochissimo personale e così possono controllare ben poco.
Si torna quindi al problema iniziale. Le lacrime di queste ore da parte della politica rischiano di apparire di coccodrillo se non si metterà il servizio sanitario in condizioni di acquisire una capacità di controllo reale sulle attività di supporto a quella sanitaria. E ciò rimuovendo subito gli ostacoli legislativi che impediscono alle ASL di arruolare il personale necessario.
Gino Stasi

Sezione Pugliese
3291184097

17 aprile 2007

Intervento di Grillo all'Assemblea Telecom

Venerdi 20 il convegno "Mai piu' morti sul Lavoro"

“Mai piu’ morti sul Lavoro” è il tema di un convegno che si terrà il 20 aprile alle 17,30 presso il Castello di Mesagne (Bindisi).
L'incontro è organizzato dalla neonata “Associazione 12 giugno”, fortemente voluta da alcuni parenti delle vittime dell’Ilva e dalla moglie di Antonino Mingolla, capocantiere deceduto il 18 Aprile scorso a causa dell'esalazione di gas saturo.

La serata sarà aperta dalla proiezione del documentatio "Morire per lavoro" di Donato Placido e continuerà con il saluto di Domenico Semeraro, presidente dell'Associazione 12 Giugno.
Previsti gli interventi dell'Avv. Mariangela Stasi (finalità del'Associazione 12 Giugno), di Ernesto Palatrasio (la questione sicurezza nello stabilimento ILVA di Taranto), di Filippo Cusani (la sicurezza vista dalla parte dei lavoratori), dell'Avv. Stefano Palmisano (la sicurezza e le problematiche giuridiche), del Dr. Maurizio Portaluri (Sicurezza e salute sul posto di lavoro) e del Prof. Marco Barbieri, Assessore Regionale al Lavoro (la sicurezza e le iniziative parlamentari).
Coordina i lavori l'Acc. Anastasia Chiaramida.

Al termine dell'incontro andrà in scena la piece teatrale "Se questo é un operaio - viaggio nell'inferno ILVA".

01 aprile 2007

A MARGINE DELLA DICHIARAZIONE DEL GIUDICE CLEMENTINA FORLEO.

Confesso d’aver dovuto vincere una certa ritrosia ad intervenire nel dibattito seguito alla ormai famosa dichiarazione della dottoressa Forleo sul buio a Francavilla. Per due ordini di ragioni. In primo luogo perché poco o nulla ho da aggiungere a quanto detto su queste colonne dal professor Trisolino, dall’ex sindaco Filomeno e dal sindacalista Ciracì. In secondo luogo perché ben altri interventi erano, e tuttora sono, attesi. Quelli dei tanti docenti e presidi delle scuole locali, dei dirigenti dei vari settori pubblici e privati, dei giornalisti, dei parroci, degli esponenti del mondo delle professioni, del volontariato, della cultura e dell’arte. Dove sono tutti costoro? Possibile che siano indifferenti alla realtà e al destino della loro città? Non sono d’accordo con la tesi del giudice? Benissimo. Però lo argomentino. Per noi una città è al buio quando pratica massicciamente qualcosa che assomiglia molto al voto di scambio; quando l’elettore dà il proprio voto in cambio non della vaga promessa di un posto di lavoro –che, al limite, si potrebbe pure comprendere, anche se non giustificare –ma della rimozione di un cassonetto della spazzatura (mi è capitato di sentirlo, rabbrividendo, nell’ultima campagna elettorale); quando dà il voto al galoppino, eletto consigliere e poi promosso assessore per abilità di rastrellamento del consenso, che gli “recapita” a domicilio il certificato che gli serve; quando la selezione della classe dirigente avviene non per meriti o capacità ma per grado d’asservimento e fedeltà (chi conosce, per esempio, le “competenze” dei due futuri assessori che tra poco andranno ad impinguare la giunta?). Una città è al buio non solo quando gli amministratori pubblici si spartiscono spudoratamente i posti di un concorso pubblico (conoscendoli, cosa c’era da aspettarsi?), ma soprattutto quando ciò avviene senza un sacro moto di reazione della popolazione, la quale, dopo un primo timido accenno di indignazione, torna tranquillamente a “votare” gli autori della “sceneggiata”.Una città è al buio quando la politica “sociale” e “culturale” di chi l’amministra si immiserisce nell’elargizione di mance alle cooperative ed alle compagnie di “comparanza” o, al più, a organizzazione di spettacoli con Mudù e Nino Frassica. Una città è al buio quando ben 49 opere pubbliche progettate o avviate vengono lasciate ammuffire –come nel caso del centro di carico intermodale – tra l’indifferenza generale. Una città è al buio quando in presenza di un forte “disagio” giovanile, esistente anche qui, sebbene in forme probabilmente meno clamorose, o si preferisce guardare altrove o, quando se ne tenta un approccio, questo è del tutto improvvisato e pasticciato. Una città è al buio quando le si “impone” una megadiscarica consortile contro la volontà dei suoi residenti, manifestata con la raccolta di 5000 firme, e contro ogni indicazione idrogeologica, igienico-sanitaria, di viabilità e di compatibilità ambientale. Una città è al buio quando centinaia, forse migliaia, di giovani sono tenuti sulla corda, in attesa del “posto”, dal potente di turno, il quale si guarda bene dallo sviluppare le potenzialità occupazionali del territorio (per esempio, completando ed attrezzando la zona industriale che potrebbe assorbire numerosa manodopera), forse proprio per perpetuare la propria satrapia. Una città è al buio…Si potrebbe continuare. Dove l’onorevole ed il senatore vedano una città “all’avanguardia” o una città “normale”, rimane un mistero. Città medievale, piuttosto. Fissa ed immobile nel tempo. Tal quale la descrissero, cent’anni fa, un suo grande figlio, oggi – altra prova del buio – pressoché dimenticato, Cesare Teofilato, e insieme a lui altri suoi amici, su alcuni giornali locali (“L’Ape Francavillese” ed “Il Tribuno Salentino”): “… la nostra esistenza si svolgeva in una desolante assenza dalla vita pubblica, tra la incosciente complicità di un nucleo di acefali e la criminosa azione d’una manica di mariuoli; da una parte lo governo e l’interesse, dall’altra la volgarità e la bassezza, anestetici dello spirito. Le classi lavoratrici vivono abbrutite nelle osterie (oggi TV, gossip, calcio ed altri strumenti di distrazione di massa), lontane dalla scuola e dai giornali; gli studenti non partecipano alla vita degli studi se non per ottenere un Diploma che assicuri loro una modesta esistenza non riscaldata dalla fiamma di un’idea; i giovani professori, passati come ramarri attraverso il fuoco delle Università, attendono dal matrimonio quel benessere economico che dovrebbero chiedere alle forze dell’intelletto e alla volontà del lavoro…Qui da noi, quando qualcuno ha risoluto il suo miserabile problema individuale, di tutto il resto se ne infischia…In Francavilla, ove la politica si intende generalmente come tornaconto personale, non vi sono individui che si appassionino alle lotte di pensiero ed alle alte idealità, né tanto meno passioni per grandi dibattiti”
Cosimo d’Alema

ex docente del Liceo Scientifico di Francavilla Fontana

29 marzo 2007

Morti Petrolchimico: venerdi nuova udienza

Venerdì 30 marzo si terrà, innanzi al PM del Tribunale di Brindisi, una nuova udienza in camera di consiglio del procedimento penale per gli omicidi e le lesioni colpose in danno di decine di lavoratori del petrolchimico di Brindisi esposti - sul posto di lavoro - al pvc cvm.
L'udienza è dedicata alla discussione di alcuni difensori degli indagati da reato che motiveranno nuovamente ed ulteriormente la loro opposizione all'archiviazione del procedimento chiesta dal pm per la presunta carenza di prova sul nesso di causalità tra l'esposizione al cancerogeno e l'insorgenza delle patologie tumorali contratte dai lavoratori.
Medicina Democratica è accanto alle tante vittime del Petrolchimico. Vogliamo qui ricordare i recenti risultati del Registro Tumori Ionico Salentino e in particolare gli eccessi - soprattutto nei maschi brindisini - di tumori del polmone e della vescica riconducibili, secondo il parere dei responsabili stessi del Registro, ad una origine ambientale e lavorativa.
Medicina Democratica, pertanto, esprime fiducia nella Magistratura e auspica che il procedimento non venga archiviato. Solo così si potrà restituire ai deceduti, non già la vita, ma la dignità di lavoratori troppo spesso calpestata in luoghi di lavoro che sono stati e, spesso lo sono ancora, lungi dall´essere salubri!

Medicina Democratica Brindisi

26 marzo 2007

Comunicato Stampa sul problema del particolato a Torchialoro


All’inizio di marzo l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente ARPA ha reso noto i risultati dei rilievi effettuati nella zona Sud di Brindisi evidenziando una crescita delle polveri sottili e definendo la situazione preoccupante. La centralina di Torchiarolo, comune di cinquemila abitanti a 4 Km a Sud della Centrale di 2640 MW totalmente alimentata a carbone , attivata il 9 marzo 2005, nel corso di quell’anno ha segnalato 55 superamenti dei limiti di inquinamento dell’aria da polveri sottili previste dalla legge contro i 35 ammessi in un anno, 44 dal 1° gennaio aL 23 maggio 2006. In un anno solare, dal 9 marzo 2005 all’ 8 marzo 2006 la centralina di Torchiarolo ha sconfinato 86 volte. Nello stesso periodo i valori di PM10 trovati nelle centraline situate a Brindisi e San Pietro sono stati al di sotto dei limiti prescritti dalla legge. Questi dati hanno preoccupato l’amministrazione provinciale che, con un comunicato del marzo 2006 si diceva intenzionata ad approfondire la problematica con l’apporto dell’Università di Lecce, del CNR e dell’ARPA attraverso il monitoraggio delle emissioni gassose a camino dai 4 siti industriali brindisini tra cui l’ENEL ed Edipower.

E’ noto che il particolato origina, per quanto riguarda le attività umane, dall’utilizzo dei combustibili fossili (riscaldamento domestico, centrali termoelettriche, ecc) oltre che alle emissioni di autoveicoli, causa quest’ultima improbabile a Torchiarolo per le dimensioni del paese e la mancanza di problemi di viabilità. Al particolato nell’aria concorrono poi sabbia, ceneri, polveri fuligine, fibre tessili naturali e ratificali, sali, elementi come il carbonio o il piombo ecc.
L’ENEL nei giorni successivi alla pubblicazione dei dati da parte dell’ARPA ha risposto che le reali sorgenti dell’inquinamento registrato a Torchiarolo sono di altra natura. Ed allo scopo a presentato i dati prodotti da una indagine che per conto della stesse ENEL ha condotto un istituto privato, il Centro Elettronico Sperimentale Italiano di Milano (CESI).

Sarebbe opportuno che l’ENEL mettesse a disposizione dei cittadini sul suo sito internet lo studio CESI, ancorché di parte, in modo da consentirne la lettura integrale a tutti gli interessati, soprattutto i cittadini di Torchiarolo.

Così come è necessario che la procedura di indagine che le autorità pubbliche, ARPA in testa, sicuramente condurranno sulla importante questione sia svolta dando alle popolazioni la massima possibilità di partecipazione evitando che si risolva il tutto in una pur necessario confronto tra tecnici.

Gino Stasi

Sezione di Brindisi

3291184097

curdino@libero.it

10 marzo 2007

Misteri della politica


E’ come se Cesare Previti chiedesse di approfondire le ragioni della corruzione in atti giudiziari. O, a preferenza, se Jessica Rizzo quelle della dilagante pornografia. O se il senatore Euprepio Curto chiedesse una “commissione d’indagine per fare il punto sulla situazione delle opere pubbliche realizzate e sugli appuntamenti mancati in merito alla zona industriale (SenzaColonne, 11 gennaio 2007). Come, in realtà, ha sorprendentemente fatto. Spiazzando soprattutto i soci, pardon, gli alleati della consorteria di Palazzo Imperiali. Ma come, dove è stato lui in tutti questi anni? O non è lo stesso senatore della Repubblica senza la cui volontà al Comune non si sposta neppure una fioriera? E non è sempre quello che, durante le campagne elettorali del 1995 e 1996, annunciò trionfante l’imminente consegna (il 15 settembre ’96, chiavi in mano) alla cittadinanza ed agli operatori commerciali del centro di carico intermodale? Insomma, non è lui che “pilota” l’amministrazione in regime di monarchia o, tutt’al più, di diarchia, con l’inseparabile codazzo di ascari e servitorelli vari? Come mai un potente del suo livello non s’è accorto di nulla? Nemmeno del degrado, sino alla quasi irrecuperabilità, -per dirne una – del medesimo centro intermodale?

Impunito, come dicono a Roma di soggetti così.. Impunito al punto da minacciare l’esplosione di “un caso politico all’interno della maggioranza” (ibidem) quando il vice sindaco Jurlaro si permette di suggerirgli di lasciar perdere in fatto di commissioni di inchiesta, dal momento che da una indagine, se correttamente condotta, uscirebbero con le ossa rotte tutti quanti. Lesa maestà.
Il caso del centro di carico intermodale e quello della zona industriale, l’altra grande incompiuta locale, non sono purtroppo i soli. Ben 49 opere pubbliche progettate e in parte avviate giacciono in attesa di essere portate a compimento. Chissà quando. Chissà come. Adesso s’è artificiosamente montata un’aspettativa grandiosa, per la soluzione delle opere, intorno alla figura del nuovo ingegnere capo del Comune. Come se fosse il deus ex machina in grado di sciogliere il nodo gordiano, più che trentennale, dei lavori pubblici nel nostro paese. Come se le tantissime “incompiute” fossero da addebitare ai tecnici del passato. Nel qual caso non si comprende perché non siano stati rimossi all’epoca.
Non sono i soli “incompiuti” il centro di carico e la zona Pip, si diceva. Non sono i soli ma certamente sono i più gravi. L’uno perché, oltre ad aver bruciato decine di miliardi di lire, ha affossato definitivamente ogni chance di decollo per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli locali, su cui si regge una buona parte dell’economia francavillese: L’altra, la zona industriale, mezzo abortita com’è, ne ha strozzato significativamente lo sviluppo industriale e artigianale. Senza possibilità di acquistare suoli a prezzi accessibili, senza infrastrutture, senza regolamento attuativo, senza uno straccio di programmazione e di indirizzo, insomma quasi senza niente chi si sogna di installare quelle piccole e medie aziende che sono la spina dorsale della crescita economica, della produzione di ricchezza e della moltiplicazione delle occasioni di lavoro?
Pochi. E allora è giocoforza che i tanti giovani in cerca di lavoro si adattino a pietirlo ai ras locali (è questo che si vuole?) e i tanti imprenditori a tentare di reperire altri suoli, altri luoghi, altre opportunità. Anche perché, quando arrivano altri consistenti finanziamenti, anziché spenderli per completare la zona Pip di via Grottaglie, li si dirotta alla nuova zona industriale di via San Vito.
Servono due zone industriali ad un territorio delle dimensioni di Francavilla e del suo bacino? A quel territorio no. Ma all’equilibrio dei diarchi locali sì, dal momento che ciascuno di essi s’è ritagliata la propria sfera d’influenza e di competenza..
Sullo sfondo di questo macabro balletto l’impagabile figura del presidente degli industriali della provincia. Salomonicamente dice che le due zone possono convivere (ibidem, 30 dicembre 2006), senza preoccuparsi di indicare con quali risorse, con quali strumenti, in che modo ciò sia possibile.

Misteri della politica.

Cosimo d’Alema

09 marzo 2007

Brindisi, nel futuro solo carbone

Di solito i dati epidemiologici e ambientali indirizzano le future scelte industriali. Di solito in un Paese normale una volta definita l’area “ad elevato rischio ambientale”, si cerca di risolvere i problemi investendo in impianti compatibili con la difesa ambientale e convertendo le centrali a carbone a combustibili meno inquinanti. Tuttavia questo a Brindisi non avviene, infatti il Ministero delle Infrastrutture e Regione Puglia hanno deciso che il porto per i prossimi anni sarà destinato al ruolo di banchine a disposizione del carbone e dei prodotti industriali. Carbone che destava dubbi già nel 1273, tanto che il re Edoardo I d’Inghilterra minacciò di impiccare chiunque lo bruciasse a Londra perché produceva fumo acre. Invece qui a Brindisi rappresenta passato, presente e futuro. Eppure i dati delle caratterizzazioni parlano chiaro, le concentrazioni di arsenico e mercurio trovati nel terreno sono da attribuire solo alla presenza di due centrali a carbone 3920 Mw di potenza. L’arsenico soprattutto desta preoccupazione perché è un cancerogeno di classe 1 e studi epidemiologici confermano che l’esposizione a tale inquinante porta ad un elevato rischio di cancro a polmone e al fegato. Sappiamo anche da uno studio di Martuzzi che la mortalità per il tumore al polmone a Brindisi è del 30% più elevata rispetto alla media regionale, dati poi confermati dal Registro di Tumori Jonico-Salentino il quale segnala un eccesso elevato rispetto al registro Tumori di Ragusa ( + 34 ). Il Mercurio invece è un inquinante tossico e gli effetti più gravi si verificano a carico del sistema centrale. Altra caratteristica è la grande capacità che possiede di accumularsi nell’organismo, con il pericolo per tutti di essere esposti attraverso la catena alimentare. Oltre a queste due sostanze, bruciando carbone si immettono nell’atmosfera anche sostanze radioattive e altri metalli tossici. Il pericolo non è legato soltanto all’ inalazione di queste sostanze, ma anche e soprattutto all’assorbimento da parte di piante e terreno; a questo riguardo sappiamo benissimo, vista la scarsità di industrie, quanto sia fondamentale preservare l’agricoltura. Da non trascurare, inoltre, l’elevato contenuto di diossido di zolfo immesso nell’ambiente. Pensate che dai dati del consuntivo 2005 le emissioni massiche di So2 sono 10.599 tonnellate. I livelli di polveri sottili rilevati a Torchialoro confermano lo stato di crisi ambientale provocato dalla Centrale di Cerano. Prima che sia troppo tardi, dobbiamo protestare e far cambiare decisione al governo, altrimenti per il porto di Brindisi significherà nessun ruolo internazionale, nonostante l’ottima posizione geografica e nessuna collocazione significativa nel ruolo dei porti italiani. Sarà anche l’addio ad un nuovo modello di sviluppo, che parte dalla valorizzazione delle risorse locali, infrastrutturali e da investimenti autopropulsivi che promuovano una cultura di impresa a livello locale e che tenga conto delle aspettative della popolazione in un’ottica di sviluppo compatibile e che lascino un ecosistema integro in eredità alle generazioni future.

Semerano Angelo

17 febbraio 2007

Documento politico dei Democrati per la Costituzione - 16/02/2007

Cari Amici,

Nel gennaio 2006,dopo lo svolgimento delle Primarie ed in vista dell’appuntamento elettorale, da questo Movimento veniva rivolto a tutte le forze politiche dell’Unione un pressante invito volto a delineare metodi, percorsi e contenuti di una proposta politica alternativa agli anni di gestione amministrativa offerta dalla classe dirigente di centrodestra.
Si poneva a fondamento della riflessione la necessità di ridefinire le regole di una corretta convivenza democratica, da anni sostituite da malsane consuetudini che avevano inciso profondamente sul corretto rapporto tra amministratori ed amministrati caratterizzato in massima parte da subalternità e per tale ragione definito in termini di “gestione feudale del potere”.
Il documento del 4.1.2006 richiamava l’attenzione sull’immagine di una Città profondamente mortificata nelle sue potenzialità sociali, culturali, politiche, ed imprenditoriali conseguenza di una ricerca e gestione del consenso fondato solo ed esclusivamente sul rapporto di scambio (“favore contro voto”) che pervadeva la coscienza dei singoli ed ispirava purtroppo anche l’azione di organizzazioni ed associazioni.
La gravità di tale processo di involuzione democratica della Città era rappresentata anche dalla caratura e lungimiranza (!!!) della classe dirigente designata in gran parte sulla base di un consenso ottenuto non per meriti o capacità culturali o di esperienze riconosciute perché maturate nel campo sociale ed amministrativo; o peggio ancora su criteri amicali, di cooptazione, di fiducia riposta nei “capi” e di affidabilità per il perseguimento di disegni ed interessi spesso confliggenti con quelli collettivi e, nella migliore delle ipotesi, estranei ad essi.
Il lungo processo di inquinamento dei luoghi e dei momenti della democrazia e della partecipazione,sotto altro aspetto, era maturato attraverso una serie di atti e comportamenti imposti ai singoli ed alla collettività e che rispondevano al ben noto principio scientificamente coltivato: “”favorirne uno per educarne cento”.
A tanto conseguiva la necessità di una strategia politica che si ponesse l’obiettivo di un cambiamento epocale il cui fondamento era posto nella riforma della mentalità e della coscienza dei singoli presupposto indispensabile,nella situazione data, per evitare il rischio da molti paventato di una indistinzione rispetto alla coalizione di centro destra.
I dati elettorali hanno purtroppo confermato in maniera inequivocabile le previsioni più che naturali di quella riflessione.
Tanto nonostante le evidenti ricadute negative per la collettività della lunga gestione amministrativa,come esplicitamente riconosciuto anche da esponenti del centrodestra locale, e lo scempio delle risorse finanziarie conseguenza di quella gestione.
Ed in proposito,e a titolo puramente esemplificativo, come non rammentare alcune vicende certamente esemplari:
-milioni di euro impegnati per una pletora di Opere Pubbliche di incerta destinazione e/o finalità con conseguenti accensioni di mutui che incideranno pesantemente sul futuro della Città e che hanno determinato fra l’altro la “consapevole” e tanto esaltata violazione del patto di stabilità;
-assunzioni clientelari di scarso rilievo per una migliore efficienza e qualità dell’azione amministrativa;
-gestione fallimentare della società Multiservizi tenuta in vita per non ben esplicitate ragioni “politiche” ma ancora una volta rappresentate per nascondere gli intenti clientelari sin qui coltivati e la cattiva gestione di risorse pubbliche che richiederebbero forse accertamenti puntuali in sedi più opportune;
-maturazione di debiti fuori bilancio che aggraveranno la già critica situazione finanziaria del Comune (contenzioso Società di gestione e smaltimento rifiuti…);
-scarsità di risorse utili a dotare delle ulteriori infrastrutture la zona P.I.P. a cui è corrisposta la scelta discutibilissima di destinare risorse comunitarie ad altra zona gestita dal S.I.S.R.I.;
-la lunga vicenda del Centro di Carico Intermodale,struttura da ultimare entro il 1996, a cui risultano destinate altre ingenti somme (fra l’altro per sostituire beni e impianti ormai obsoleti) e per il cui futuro utilizzo esponenti di rilievo della maggioranza hanno espresso serie perplessità;
-la previsione di notevoli risorse per la nuova area Mercatale (€ 3.300.000,00=) individuata sulla via per Ceglie in zona definita ad alto rischio idrogeologico (costo del solo terreno € 760.000,00= circa);
-gli enormi costi della gestione dei rifiuti e i dati non soddisfacenti della raccolta differenziata, il futuro della discarica e strutture annesse, la vivibilità ambientale, la questione del traffico cittadino e l’assenza e scarsità di aree di parcheggio;
-disattenzione e carenza di interventi organici riguardo alla vivibilità dei quartieri ed alla loro riqualificazione; alla promozione e rivitalizzazione dei luoghi e degli strumenti di una effettiva politica a servizio della cultura, dello sport e tempo libero che costituiscano altresì la base di una politica sociale,ambiti di intervento surrogati ormai da sussidi, contributi e patrocini vari.
A tali situazioni è quasi impossibile che possa rimediare il Sindaco Marinotti con la sua Giunta. Ciò sia per la continuità della maggioranza che la sostiene e per la irreversibilità di tante scelte compiute sia per la scarsità di risorse che potranno essere impinguate soprattutto con la revisione dei costi dei servizi a carico dei cittadini e l’aumento dei tributi locali.
Ma,preso atto ancora una volta delle vicende appena ricordate, occorre altresì riflettere sul contesto più ampio entro cui si snoda il vissuto quotidiano.
E’ stato recentemente presentato l’annuale rapporto sull’Italia curato dall’Istituto di ricerca Eurispes nel quale,come riportato dalla stampa nazionale, le patologie del Paese vengono ascritte ad “uno scivolamento progressivo verso forme più o meno evidenti di neofeudalesimo” che interessa la politica, l’economia, il terzo settore ed anche la pubblica amministrazione ambiti tutti caratterizzati dalla pratica del ‘familismo amorale, della logica clientelare, dei privilegi di casta e di corporazione, della ereditarietà delle cariche e degli incarichi’.
Secondo il Rapporto il “passaggio dalla società della produzione alla società della comunicazione” costituisce uno dei cambiamenti che ha modificato “profondamente i sistemi di riferimento valoriale e culturale”.
Ed infatti “raramente si vedono rappresentati sui mezzi di comunicazione di massa l’esperienza ed il successo di un piccolo o medio imprenditore che produce buona occupazione, paga le tasse e riesce a proiettarsi ed affermarsi….Nella società della comunicazione non è importante quello che sai fare o quello che non conosci, ma chi conosci. Alla società della comunicazione poco importano categorie, concetti e valori come la meritocrazia, le regole, l’educazione, la costanza e la gradualità nel costruire un percorso di studi oppure una traiettoria professionale e di impresa”.
L’analisi,duole sottolinearlo, per molti aspetti è lo specchio fedele dell’esperienza quotidiana delle nostre famiglie, della scuola, dell’imprenditoria, della politica……
Le tante vicende che la cronaca di questi mesi e di questi giorni ed ore,sia a livello nazionale sia a livello locale, richiama tutti alla dura realtà sollecitando nel contempo la politica a dare risposte concrete ed i cittadini a capire, riflettere e riappropriarsi del diritto-dovere di partecipare.
Ilvo Diamanti,nella presentazione dell’ultimo libro dello studioso francese Marc Lazar (“Democrazia alla prova. L’Italia dopo Berlusconi”), ha affermato che: “in un sistema in cui anche il centro sinistra è berlusconizzato occorre rifondare la Repubblica”.
E’ di tutta evidenza,comunque, che le vicende quotidiane a tutti indistintamente pongono un ultimatum: “il tempo è scaduto” e non vi è più spazio per l’inerzia e la rassegnazione, o peggio per l’assuefazione.
A maggior ragione risultano incomprensibili ed ingiustificabili forme di personalismo paralizzante o di rivalità di gruppi convinti come siamo,o dovremmo essere, che la rivendicazione di visibilità sotto ogni profilo lede la credibilità della proposta e dell’UNIONE.
Pertanto occorre una ripresa di iniziativa che ponga al centro il dialogo ed il rapporto informativo e comunicativo con i cittadini ed il territorio.
La nostra perdurante assenza,oltre che essere gradita agli avversari, incide ancor più profondamente sulla fiducia dei cittadini.
I tanti problemi irrisolti si riverberano sulle condizioni dei ragazzi, dei giovani, delle famiglie, degli operatori culturali ed economici, dei quartieri…
Per tali ragioni riteniamo urgente che la coalizione di centrosinistra recuperi nell’immediato modi e luoghi per una ripresa di confronto e di rinnovato impegno.
Ed in proposito possiamo affermare,con convinzione e determinazione, che Tommaso Resta è il referente e responsabile dell’unità dell’UNIONE e per tali motivi non abbiamo nessuna riserva in ordine al suo ruolo di rappresentante e garante di un percorso di unità, sia nel Consiglio comunale sia nell’ambito politico.
Per tutto ciò chiediamo che il medesimo Tommaso RESTA,senza alcuna remora e con coraggio, assuma nell’immediato tutte le iniziative utili per “risvegliare” il senso di un impegno diffuso, facendosi promotore,con i responsabili politici dell’UNIONE e consiglieri Comunali, di una prima iniziativa pubblica in cui dibattere sul futuro di Francavilla con l’obiettivo di maturare compiutamente il convincimento che la rinascita della politica inizia dal territorio.
Francavilla Fontana, lì 16.02.2007
Per i “Democratici per la Costituzione”
Mario Filomeno
Vincenzo Garganese
Antonio Romano
Carlo Altavilla
Carlo Attanasi