29 giugno 2006

LA QUESTIONE MORALE E QUELLA RELIGIOSA di Michele Di Schiena

Abbiamo letto con amarezza il contenuto delle intercettazioni di alcune telefonate fra l'ex Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto nonché persone del suo entourage e mons. Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce e Presidente dei Vescovi pugliesi. Si tratta di colloqui che, se non convincentemente smentiti, dimostrano all'evidenza il pieno coinvolgimento del presule nella campagna elettorale regionale di Fitto e per di più in un ruolo di premurosa consulenza ed addirittura di stimolo. Così come sono risultati chiarissimi gli interventi del vescovo di Lecce presso i competenti uffici regionali per il finanziamento degli oratori cattolici, un finanziamento per il quale - come si ricorderà - mons. Ruppi espresse in piena campagna elettorale all'allora Presidente della Regione Puglia pubblici e calorosi ringraziamenti che suscitarono riserve e rilievi.

«Stiamo camminando.», «Stiamo recuperando.», «Sto facendo un buon lavoro con la TV.», «Sei stato stupendo ieri sera .», «Io ho mosso anche le suore .», «Si stanno muovendo qui AN? .», «Nel nostro ambiente si va rinserrando.», «Un altro fatto buono è che io sto ricevendo, sto percependo che la Margherita incomincia ad entrare in difficoltà.» e così via con numerose altre espressioni di analogo ed anche più sorprendente contenuto fino al consiglio di «continuare i giri privati» anche durante la sospensione della campagna elettorale per l'agonia del Papa Giovanni Paolo II. Sono ravvisabili in questa malinconica vicenda illeciti penali?
Non lo sappiamo ma crediamo che sia interesse generale, interesse di ogni cittadino e soprattutto della verità che la Giustizia faccia il suo corso rapidamente e con doveroso senso di responsabilità al riparo da ogni suggestione, ferma restando ovviamente la presunzione di non colpevolezza sancita dalla Costituzione per ciascun indiziato o imputato fino ad eventuali sentenze definitive di condanna. Si pone però subito una "questione morale" perché non appare ammissibile che uomini di Chiesa, investiti perciò di funzioni di natura religiosa, utilizzino il loro ruolo ed il loro ascendente spirituale per influenzare elezioni democratiche con consigli ed interventi specifici fino a porsi, in qualche caso, come solerti registi di campagne elettorali in favore di questo o quello schieramento ovvero, peggio ancora, a vantaggio di questo o quel personaggio politico. E ciò specialmente quando tra gli uni e gli altri intercorrono rapporti per atti istituzionali che dovrebbero essere mossi solo dall'interesse generale e risultare quindi estranei a qualsiasi logica di tipo clientelare. Il fatto è che il comune sentire considera eticamente inaccettabile l'uso strumentale di incarichi, missioni o mandati per fini diversi da quelli ad essi connaturali. Una sorta di "eccesso di potere", non certo nell'accezione strettamente giuridica dell'espressione, ma nel suo significato più ampio, come censura dell'utilizzo improprio o deviato nei rapporti personali e sociali di funzioni e prerogative soprattutto quando queste, per la loro natura ed autorevolezza, presuppongono rassicurante equanimità e comportano incisivi poteri persuasivi.
> Ma se di fronte a tali malinconiche vicende vi è una "questione morale" che tocca la sensibilità di tutti i cittadini, per quelli di loro che sono credenti si aggiunge una sofferta "questione religiosa". E sì, perchè essi guardano alla Chiesa cattolica quale dovrebbe essere: una Chiesa che si affida totalmente al Vangelo; che «non pone la sua speranza nei privilegi offerti dall'autorità civile»; che quando sono in gioco diritti fondamentali esprime il suo «giudizio morale anche su cose che riguardano la politica» ma lo fa «utilizzando tutti e soli quei mezzi che sono conformi al Vangelo»; che svolge un mandato di ordine religioso e che si può perciò servire «delle cose temporali nella misura che la propria missione lo richiede» senza porre «la sua speranza nei privilegi offerti dall'autorità civile» ed anzi rinunziando «all'esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso potesse far dubitare della sincerità della sua testimonianza». Ed ancora: una Chiesa che riconosce «la legittima autonomia delle realtà terrene» e che si adopera perché vengano rimosse «le ingenti disparità economiche» e perché lo sviluppo non sia abbandonato «all'arbitrio di pochi uomini che abbiano in mano un eccessivo potere»; la Chiesa del Magnificat e cioè del Signore che rovescia «i potenti dai troni» ed innalza «gli umili» ricolmando «di beni gli affamati» e mandando «i ricchi a mani vuote». Questa Chiesa «luce delle genti», mirabilmente interpretata e disegnata dal Concilio Vaticano II, non può essere impropriamente coinvolta in questioni elettorali o partitiche.
Brindisi, 26 giugno 2006
Michele Di Schiena

27 giugno 2006

Il No vince anche a Francavilla

E’ del 42,1% il dato definitivo sull’affluenza alle urne registrato in provincia di Brindisi al termine della due giornate di votazione per il referendum sulla riforma costituzionale votata a maggioranza nella scorsa legislatura.
In Puglia ha votato il 41,9% degli aventi diritto. La percentuale nazionale, invece, si attesta al 53,7% .
Netta la vittoria del NO sia in tutta Italia (61,7% contro il 38,3%) che in Puglia (73,5% contro il 26,5%) che, infine, nella Provincia di Brindisi (74,0% contro il 26%)

Di seguito riportiamo la percentuale dei votanti e i risultati dello scrutinio in tutti i comuni della Provincia di Brindisi:
AFFLUENZA
Brindisi 41,47
Carovigno 33,74
Ceglie Messapica 39,69
Cellino San Marco 43,38
Cisternino 56,76
Erchie 40,26
Fasano 40,23
Francavilla Fontana 40,02
Latiano 44,06
Mesagne 44,60
Oria 39,67
Ostuni 43,96
Sandonaci 41,78
San Michele Salentino 44,23
San Pancrazio Salentino 51,70
San Pietro Vernotico 40,95
San Vito dei Normanni 40,45
Torchiarolo 45,84
Torre Santa Susanna 44,54
Villa Castelli 39,62

Totale 42,10%

RISULTATI
Brindisi, SI: 23,53% NO: 76,47
Carovigno, SI: 24,47% NO: 75,53
Ceglie Messapica, SI: 33,78% NO: 66,22
Cellino San Marco, SI: 20,38% NO: 79,62
Cisternino, SI: 22,79% NO: 77,21
Erchie, SI: 23,77% NO: 76,23
Fasano, SI: 31,89% NO: 68,11
Francavilla Fontana, SI: 29,49% NO: 70,51
Latiano, SI: 20,10% NO: 79,90
Mesagne, SI: 23,68% NO: 76,32
Oria, SI: 31,05% NO: 68,95
Ostuni, SI: 28,91% NO: 71,09
Sandonaci, SI: 19,21% NO: 80,79
San Michele Salentino, SI: 27,16% NO: 72,84
San Pancrazio Salentino, SI: 11,97% NO: 88,03
San Pietro Vernotico, SI: 26,28% NO: 73,72
San Vito dei Normanni, SI: 32,90% NO: 67,10
Torchiarolo, SI: 25,16% NO: 74,84
Torre Santa Susanna, SI: 25,91% NO: 74,09
Villa Castelli, SI: 21,89% NO: 78,11

Totale, SI: 26,02% NO: 73,98

26 giugno 2006

Referendum, è il trionfo del No


Lo scrutinio in diretta vince il "NO".
"Gli italiani fanno schifo e l'Italia fa schifo. Perché non vuole essere moderna e hanno vinto quelli che vogliono vivere alle spalle degli altri". Così l'eurodeputato del Carroccio, Francesco Speroni, commenta con il quotidiano online Affaritaliani.it la vittoria del 'no' al referendum costituzionale.
"Se vince il Sì al nord andiamo all'Onu, e se vince il No andremo in Svizzera, almeno lì c'è il federalismo". Lo ha detto Umberto Bossi, conversando con i cronisti all'entrata nel seggio elettorale di via Fabriano a Milano

24 giugno 2006

Un buon motivo per votare "NO"

"La legge sulla devolution è nata in una baita a Lorenzago, tra i monti del Cadore, 'tra polenta formaggi e costine di maiale'. Lo racconta il ministro leghista per le Riforme, Roberto Calderoli, che fa il resoconto delle riunioni che hanno portato alla proposta sul federalismo e sulle modifiche da apportare alla Costituzione. A dispetto della serietà del tema, ricorda l'esponente del Carroccio, la 'stesura del testo si svolse in un clima rilassato'. E soprattutto, in un contesto spartano: un rifugio in montagna senza elettricità: 'quando calava il sole usavamo le lampade a carburo', sorride Calderoli. In quel giugno del 2003, con Giulio Tremonti e Umberto Bossi, c'erano i saggi indicati dalla maggioranza: Domenico Nania (An), Andrea Pastore (Fi) e Francesco D'Onofrio (Udc), oltre al sottosegretario Aldo Brancher (FI). E proprio quest'ultimo era incaricato di preparare da mangiare: 'Si metteva ai fornelli a fare la polenta in grossi recipienti di rame. Quando era pronta la portava in tavola con costine di maiale e formaggi. Così il clima si scaldava - ricorda Calderoli -, il vino scorreva e anche le divergenze tra di noi venivano superate facilmente. Quelle giornate hanno aperto la strada all'accordo all'interno della maggioranza che sembrava difficile da raggiungere" (Adnkronos, 2005).

23 giugno 2006

BRUCIATI A MESAGNE (BR) DIECI ETTARI DI GRANO CONFISCATI ALLA SACRA CORONA UNITA

Roma, 23 giugno 2006 – Sono passati soltanto undici giorni dall’incendio avvenuto a Torchiarolo (BR) e ieri pomeriggio nuove fiamme di matrice dolosa hanno rovinato dieci ettari coltivati a grano a Mesagne, l’altro comune del brindisino impegnato con Libera, enti locali, Prefettura e Forze dell’Ordine nel riscatto delle terre un tempo in mano alla Sacra Corona Unita. Se a Torchiarolo ad andare in fumo erano stati quattro ettari di vigneti, a Mesagne sono stati bruciati circa dieci ettari di grano pronto per essere mietuto il prossimo 3 luglio in quella che doveva essere – ma a maggior ragione continuerà ad essere – una festa per i cittadini e i territori coinvolti. Questi due episodi sono solo gli ultimi in ordine di tempo di una lunga serie di atti violenti compiuti in altre regioni del nostro paese ai danni di altre esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
“Le fiamme non fermino il riscatto della legalità – ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – anche perché non si deve cedere alle intimidazioni di quanti credono con la violenza di seminare paura. A Mesagne invece è stata seminata la speranza e il raccolto non potrà che essere fruttuoso, tanto o poco che sia, non importa. Ciò che conta è che il processo di ripristino della legge e di partecipazione civile che è stato avviato possa proseguire”.

Libera aveva in occasione dell’attentato di Torchiarolo manifestato ringraziamento alle istituzioni per l’impegno e invitato i cittadini a non sottovalutare i segnali di una criminalità messa alle corde dal lavoro di magistratura e forze dell’ordine.
Il rapporto con il territorio nel nome della condivisione, l’assunzione di responsabilità da parte di tutti, la creazione di cooperative di giovani che riutilizzino i beni confiscati alla SCU, il collegamento con la rete nazionale “Libera Terra”, che in questi ultimi mesi ha visto unirsi oltre cinquanta sigle di realtà di grande valore, impegnate nel settore del commercio responsabile e di qualità e del consumo critico: questi i prossimi passaggi che Libera intende sviluppare per rispondere nel migliore dei modi alle violenze e alle intimidazioni di chi agisce nell’ombra per togliere futuro ai territori brindisini tornati ad essere – ha concluso Don Ciotti – “terra libera, perché questi beni non sono di “cosa nostra” ma sono di tutti”.

Ciampi: "Una riforma fuori dalle regole

22 giugno 2006

ULTIMO APPELLO di Valentina Paciullo

Siamo agli sgoccioli di un appuntamento di fondamentale valore per il popolo italiano. Fino ad un mese fa non temevo quest’evento in modo particolare, ma visti gli ultimi trascorsi non so più che aspettarmi.
Non vorrei cadere nell’accademismo, ma per esporre il mio pensiero su tale argomento, preferisco usare parole ben più convincenti delle mie:
Art. 5 della Costituzione della Repubblica italiana: " La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell' autonomia e del decentramento.".

A mio modesto parere questo articolo è quello da cui maggiormente si evince il nostro essere una RES-PUBBLICA nel più stretto senso che le si possa attribuire, una RES-PUBBLICA in cui lo Stato deve svolgere la sua funzione integrativa nella maniera più esauriente e al tempo stesso più marginale possibile, ed in cui il popolo rimane UNO e SOVRANO pur nella libertà lasciata alle diverse parti.
Io penso che le modifiche apportate nel 2001 al titolo V della nostra Costituzione, abbiano spianato per l'intero paese un fertile terreno nella direzione del decentramento richiamato dall’art. 5 precedentemente esposto, e che, al contrario di come alcuni pensano, tali modifiche non abbiano affatto intaccato la coerente unitarietà della Costituzione stessa. Certo quel pusillanime movimento è stato compiuto in maniera timida e indiscutibilmente poco chiara e ancor meno esaustiva.
Penso che ad oggi bisogni ripartire da quel punto, ma con lo stesso spirito Di quella Costituente che quasi 60 anni or sono ci fece quel meraviglioso regalo-simbolo di civiltà avanzata e compattamente sistematizzata. Bisogna che le diverse forze politiche si muovano nella stessa direzione, perché il bacino di consenso per una riforma così radicale deve essere del più ampio spessore possibile e deve prescindere gli interessi individualistici e di parte.
Penso che i tempi siano maturi per un cambiamento radicale che mobiliti tutte le forze in gioco (Stato, mercato e terzo settore) integrandole e facendole interagire in maniera opportuna.
Penso che si debba puntare di più a favorire un adeguato modello di welfare community e community care, partendo proprio dal nostro sud.
Penso che serva più attenzione ad un sud le cui regioni, oggi che l'Italia è ormai un paese di immigrazione, saggiano ancora il gusto amaro dell'emigrazione.
Penso, dunque, che la scellerata legge approvata dalla "vecchia" maggioranza non abbia giustificazione di sorta. Ecco, allora, che m’indispone tantissimo quando un italiano ed ancora di più un meridionale afferma che grazie alla devolution il meridione potrebbe risvegliarsi per orgoglio ferito. Non è forse vero che “pioverà sul bagnato” e continueremo a segnare di più le distanze nord-sud? Materie come la Sanità o l’Istruzione meritano una particolare attenzione statale soprattutto per quelle regioni che non dispongono di risorse sufficienti.
Forse sarò una sciocca, ma penso che come Cittadina italiana mi debba essere garantito il diritto di avere le stesse opportunità sull'intero territorio nazionale: oggi non è così, ma potrebbe mai esserlo con la Devolution?
Il governo, poi, così come organizzato dalla stessa Costituzione non penso abbia bisogno di essere modernizzato se non nel senso delle persone che lo compongono, e ancor più delle idee che lo guidano. Mi disgusta il ruolo di "princeps" che si vuole attribuire al presidente del consiglio dei ministri. Si formerà un disequilibrio dei poteri inopportuno e pericoloso!
Di una cosa sono certa: "La sovranità appartiene al popolo" (art. 1 co.2 Cost.) ed il popolo siamo noi ed abbiamo il potere per cambiare la realtà anche allo stato delle cose presenti.
La mia speranza è nel referendum ed in una conseguente azione pratica verso il cambiamento da parte di un governo più responsabile e capace.
Diamo un segnale di “Unità Sovrana”: votiamo NO!

Appello del Movimento "A Sinistra" per votare No al Referendum

Siamo di fronte al tentativo di introdurre nel nostro ordinamento una sorta di dittatura del Primo Ministro che favorirà politiche rivolte a consolidare i poteri forti ed a indebolire il ruolo e le tutele delle fasce sociali più deboli. Rivolgiamo perciò un appello a tutti i democratici perché il 25 e 26 giugno si rechino alle urne per votare no e bloccare così un progetto tendenzialmente eversivo: non c'è in gioco solo l'interesse generale del Paese ma c'è anche quello di ogni cittadino e di ogni lavoratore.

Appello del Movimento "A Sinistra" per votare No al Referendum


E' moralmente riprovevole e democraticamente scorretto quanto sta avvenendo in questi giorni che precedono il voto referendario sulla riforma costituzionale: le emittenti televisive controllate da Berlusconi contrabbandano per punto fondamentale della Riforma la riduzione del numero dei parlamentari, una disposizione che peraltro dovrebbe entrare in vigore non prima del 2016 e che comunque è meno rigorosa di quella proposta dal centrosinistra. Siamo di fronte ad una vera e propria informazione mistificante che non solo punta a nascondere la verità ma ad alterarla nei suoi caratteri essenziali in modo ingannevole. E ciò avviene mentre nessuna adeguata correzione viene operata dalle televisioni di Stato che anzi, in diversi casi, sembrano in qualche modo assecondare la citata campagna di disinformazione e mentre deboli ed inadeguate appaiono le reazioni di chi avrebbe il dovere di intervenire con determinazione ed efficacia.

Siamo di fronte a comportamenti gravi e pericolosi che danno la misura dell'involuzione e degli abusi che si potrebbero verificare se passasse una riforma che stravolge il volto della nostra democrazia e che punta a comprimere i diritti di ciascuno di noi. Affermiamo perciò che la riforma delle destre, se formalmente riguarda solo la seconda parte della Costituzione, in sostanza incide pesantemente sulla prima parte dello Statuto: progetto di società e metodi per realizzarlo, scelte e regole, dinamiche e garanzie, finalità e mezzi (con i secondi sempre in funzione dei primi e questi a quelli strettamente legati), costituiscono un tutto organico ed inscindibile sicché non è possibile sovvertire l'"ordinamento" della Repubblica senza produrre effetti devastanti sui principi e sui diritti enunciati nella prima parte dello Costituzione.

Dobbiamo chiarire ai cittadini che con la riforma berlusconiana si cambia la struttura del Parlamento rendendo farraginosa la produzione legislativa, si modifica la forma di governo rafforzando oltre ogni misura i poteri del Primo Ministro, si attribuisce al Premier il potere di promuovere l'attività dei ministri e di nominarli e revocarli a suo piacimento, viene eliminata la mozione di fiducia in occasione della presentazione del Primo Ministro alle Camere. Ed ancora: si attribuisce di fatto al Premier il potere esclusivo di scioglimento anticipato della Camera dei Deputati provocando le elezioni, si depotenzia fino a renderlo simbolico il ruolo del Presidente della Repubblica e si frantumano con la devolution i sistemi sanitario e scolastico provocando una differenziazione dei servizi e delle prestazioni fra le diverse Regioni e penalizzando così le Regioni più deboli.

Siamo perciò di fronte al tentativo di introdurre nel nostro ordinamento una sorta di dittatura del Primo Ministro che favorirà politiche rivolte a consolidare i poteri forti ed a indebolire il ruolo e le tutele delle fasce sociali più deboli. Rivolgiamo perciò un appello a tutti i democratici perché il 25 e 26 giugno si rechino alle urne per votare no e bloccare così un progetto tendenzialmente eversivo: non c'è in gioco solo l'interesse generale del Paese ma c'è anche quello di ogni cittadino e di ogni lavoratore.

Brindisi, 21 giugno 2006

Nino CALCAGNO - Giancarlo CANUTO - Michele DI SCHIENA - Antonio GRECO - Pompeo MOLFETTA - Salvatore LEZZI - Paola PIZZI - Maurizio PORTALURI - Fortunato SCONOSCIUTO - Graziano SANTORO - Tony SUMMA

21 giugno 2006

Cerchiamo di colmare il vuoto


Giovedi ore 20 a Viale lilla, volantinaggio e pubblico incontro con i cittadini, per spiegare le ragioni del No al Referendum Costituzionale. Venerdi Idem PARTECIPATE NUMEROSI

19 giugno 2006

Sondaggio "La Campagna Referendaria a Francavilla"


Sondaggio proposto da un visitatore all'indirizzo mail demofrancavilla@libero.it, in aperta polemica per la scarsa campagna pubblicitaria. Lo spazio è aperto i commenti sono liberi.

16 giugno 2006

UN DOVERE ANCHE CRISTIANO LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE di MICHELE DI SCHIENA

Gli uomini sono titolari di diritti fondamentali ed ogni discriminazione in ragione del sesso, del colore, della condizione sociale, della lingua e della religione deve essere superata ed eliminata. Ne discende che, benché tra gli uomini vi siano giuste diversità, la uguale dignità delle persone richiede che si giunga ad una condizione più umana e giusta. Occorre perciò superare ogni concezione individualistica dei rapporti della vita sociale ed è necessario che i cittadini divengano tutti partecipi della gestione della cosa pubblica in un clima di vera libertà. In forza della vera e superiore concezione della pace va condannata l’inumanità della guerra e promossa l’azione internazionale per prevenirla ed evitarla. La comunità politica deve esistere in funzione del bene comune nel quale essa trova significato e piena giustificazione e dal quale ricava il diritto di provvedere a se stessa ed al suo ordinamento. I partiti devono promuovere ciò che, a loro parere, è richiesto dal bene comune senza anteporre il loro interesse a tale bene. L’esercizio dell’attività politica in tutte le sue forme deve poi svolgersi per il conseguimento del bene comune.
Ed ancora, il lavoro è di valore superiore agli altri elementi della vita economica perché procede immediatamente dalla persona la quale imprime nella natura quasi il suo sigillo. Di qui discende il diritto di lavorare nonché il dovere della società di favorire l’occupazione e di fare in modo che il lavoro sia remunerato in modo da garantire i mezzi sufficienti per permettere al singolo ed alla sua famiglia una vita dignitosa. Lo sviluppo economico deve poi rimanere sotto il controllo dell’uomo e non si deve abbandonare all’arbitrio di pochi uomini o gruppi che abbiano in mano un eccessivo potere economico, né della sola comunità politica, né di alcune più potenti nazioni. Per il principio della destinazione universale dei beni della Terra, è necessario favorire l’accesso di tutti individualmente o in gruppo ad un certo potere sui beni esterni. La legittimità della proprietà privata non è in contrasto con quella delle varie forme delle pubbliche proprietà e la stessa proprietà privata nonché l’iniziativa e la proprietà economica dei privati devono essere orientate e coordinate verso la necessaria funzione sociale.

Ma da dove provengono questi illuminati ed illuminanti principi che sembrano aver ispirato, per il loro contenuto e persino per alcune affinità terminologiche ma con una visione ed uno stile appropriati ad un messaggio universale, le intuizioni e le indicazioni della nostra Costituzione? Sono in sostanza tratti, questi messaggi, dalla Costituzione pastorale “Gaudium et Spes” (“La Chiesa nel mondo contemporaneo”) del Concilio Vaticano II che, successivo di diversi anni allo Statuto del ’48, sembra dargli “a posteriori” un “supplemento d’anima” collegando i valori umani, sociali e politici in esso contenuti alle grandi e profetiche sensibilità cristiane che avevano trovato nell’Assemblea Costituente significative ed autorevoli espressioni.

Col pensiero rivolto alle parole del Concilio ricordiamo allora che la nostra Costituzione fonda sul lavoro la Repubblica, riconosce (non costituisce) e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, afferma il principio della pari dignità sociale e dell’uguaglianza senza discriminazione di sorta con l’impegno a rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono lo sviluppo della persona umana e la partecipazione dei lavoratori alla vita del Paese nelle sue diverse articolazioni, sancisce il diritto al lavoro di tutti i cittadini e promuove le condizioni che lo rendano effettivo, ripudia la guerra e qualsiasi politica di dominio affermando il primato del diritto internazionale. Ed inoltre, tutela la salute come diritto “fondamentale” dell’individuo e interesse della collettività, attribuisce nel campo dell’istruzione un ruolo centrale alle scuole statali, disegna un sistema tributario informato a criteri di progressività, concepisce i partiti come associazioni che con metodo democratico devono concorrere a determinare la politica nazionale, prescrive che la proprietà può essere pubblica o privata e che quest’ultima deve avere funzione sociale ed essere accessibile a tutti, stabilisce che l’iniziativa economica, pubblica e privata, deve essere indirizzata e coordinata a fini sociali, afferma che i cittadini cui sono affidate le funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore. Questa Costituzione rischia oggi di essere stracciata da chi, stravolgendone formalmente solo la seconda parte con l’introduzione di una sorta di dittatura del Primo Ministro (“premierato assoluto” o “principato elettivo”), ne altera in sostanza anche la prima, quella cioè dedicata ai valori ed ai diritti. E questo perché la seconda parte dello Statuto completa e garantisce la prima e ne è coerente ed indispensabile strumento operativo. «Se la Costituzione è di tutti – si legge in un appello di 41 riviste di ispirazione cristiana - i cristiani hanno delle particolari ragioni per rivendicarne i contenuti e difenderla. Non solo perché vi concorsero nel sacrificio che la precedette e nella elaborazione che ne fissò i principi e le norme nell’Assemblea Costituente, ma perché il patrimonio che vi è rappresentato evoca i più alti valori della vita cristiana: dal fondamento del lavoro su cui è stabilita la Repubblica alla centralità della parola che si esprime nel Parlamento, dal primato della pace alla conversione dei poteri in “funzioni” e servizi per il bene comune, dalla pacificazione con la Chiesa cattolica alla laicità e alla libertà religiosa».

Brindisi, 14 giugno 2006

Michele DI SCHIENA

Manda una e-mail a demofrancavilla@libero.it

Non mi piace l'idea di personalizzare il sito, per questo chiedo a voi scriverci. Potete consigliarci un sondaggio, inviarci un'articolo, vedrete che tutto sarà pubblicato senza nessun tipo di censura. L'indirizzo per scriverci è demofrancavilla@libero.it.

15 giugno 2006

Prime grane per Marinotti


Se entro la fine del mese in corso il comune non corrisponderà 125 mila euro alla Multiservizi, come dispone una sentenza esecutiva del tribunale, la somma potrebbe essere pignorata direttamente dalla tesoreria comunale. Fonte Senza Colonne

Non aveva tutti i torti, chi dal palco parlava di un possibile dissesto finanziario.
Queste sono delle domande fatte da Mario Filomeno ad un anonimo. Credo che sia interessante, fare queste domande al Sindaco Marinotti in Consiglio Comunale.
1)E' vero o non è vero che la Multiservizi,notoriamente indebitata e sull'orlo del dissesto finanziario, ha proceduto nel periodo preelettorale ad alcune assunzioni?
2)E' vero o non è vero che tali assunzioni,gestite alla chetichella, saranno poste a carico della collettività e cioè del Comune di Francavilla,socio di maggioranza (o forse unico Ente erogatore di risorse stante la totale assenza gestionale dei soci privati),pure esso in stato di dissesto evitato al momento solo per alcuni artifizi contabili( vd. ad esempio contenzioso Società appaltatrice servizi rifiuti)?


Vota la tua squadra

Immaginatevi, come fa Nando Dalla Chiesa nell'articolo pubblicato su L'Unità, i costituenti come una squadra di calcio, di cui allo stadio gli altoparlanti leggono la formazione.
La squadra del 1948: De Gasperi, Moro, La Pira, Dossetti, Lazzati, Croce, Einaudi, Valiani, Calamandrei, Parri, Nitti, Saragat, Pertini, Nenni, Togliatti, Amendola, Terracini.
La squadra del 2005: Berlusconi, Previti, Dell’Utri, Tremonti, Berruti, Bondi, Schifani, Sgarbi, Bossi, Borghezio, Calderoni, Castelli, La Russa, Fini, Nania.
Buona parte dei nomi della prima squadra sono nelle enciclopedie, non solo in quelle italiane.
Buona parte dei nomi della seconda sono negli elenchi degli indagati, dei patteggiati, dei condannati. Adesso tocca a voi, Vota la tua squadra e ricordati di andare a votare.

Fonti
http://www.unita.it/index.asp??SEZIONE_COD=&TOPIC_ID=41664

14 giugno 2006

Lettera Al responsabile del sito

Al responsabile del sito “ wwwDemocraticiFrancavilla.Blogspot.com”
Per conoscenza ai sigg. Segretari dei Partiti e Movimenti del centro-sinistra
“ nati non fummo per batter la destra ma per farci del male tra di noi”
Ho avuto occasione di visionare il sito ed il sondaggio avviato per valutare e sostituire i due assessori provinciali.
Mi pare davvero tutto strano, molto strano, se non sospetto, ma prima di esprimere alcune considerazioni mi viene spontaneo chiedere al responsabile in base a quali elementi di conoscenza si chiede una valutazione.
Non crede il giovane giustizialista che qualche domanda vada anche posta a lui e a quanti, in perfetto anonimato, si divertono a fare il tiro al piccione? Non le pare che di democrazia ci sia molto poco e molto di scorretto se non immorale visto che il tutto si svolge alle spalle?
E comunque, credo che per la par condicio e per un senso di giustizia vada pubblicata anche questa nota.

Ed allora il giovane censore dovrà rispondere almeno ad alcune domande per poi esprimere un giudizio; mi permetto descrivere qui di seguito alcune riflessioni utili alla valutazione e dopo si potrà avviare il sondaggio:

1- ritiene il sondaggio in siffatto modo utile all’immagine della coalizione?
2- È a conoscenza della delegittimazione operata ai danni dei due assessori provinciali?
3- Quando mai i partiti della coalizione hanno dato opportunità ai due assessori di relazionare e rendicontare sull’attività svolta?
4- E’ a conoscenza del lavoro di oscuramento fatto ai danni dei due assessori?
5- Quando mai è stata data visibilità ai due assessori?
6- Quando i due assessori si sono rifiutati di rendicontare e di collaborare?
7- Sono noti i provvedimenti ideati e adottati dai due assessori per lo sviluppo di Francavilla e del territorio?
8- Il gestore del sito ed i cittadini che si esprimono conoscono le gestione della Provincia prima e dopo la Giunta Errico?
9- E’ mai stato visto il bilancio, i 12 regolamenti adottati a disciplina dei tanti servizi, il lavoro di sanatoria e moralizzazione dell’ente con i vari tagli di sprechi?
10- E’ conosciuto il piano triennale delle opere pubbliche in cui compaiono numerose opere di edilizia scolastica e viabilità per Francavilla?
11- Hanno mai sentito parlare di opere nell’ambito del Grande salento?
12- Hanno una visione dell’operato prima di esprimere un giudizio?

Potrei continuare così per molto ancora… come si può esprimere un giudizio se non si è mai avuto nemmeno un incontro della coalizione con i due assessori? Come si può esprimere un giudizio se è stato impedito ai due assessori di vivere e operare in armonia con i partiti?

Caro responsabile del sito, non ti pare affrettato questo sondaggio? Non ti pare scorretto?
Ebbene, se sei stato usato abbi uno scatto di dignità e riordina le idee, se lo hai fatto in buona fede allora chiedi almeno scusa e ripartiamo insieme per il bene della coalizione.

Gaetano Roma

Incendio nel vigneto ,Don Ciotti: "No alle intimidazioni. Avanti col progetto"


Nella notte tra domenica e lunedì un incendio di chiara matrice dolosa ha distrutto un vigneto di 4 ettari esteso in agro di Torchiarolo, nei pressi della zona archeologica di Valesio al confine con San Pietro Vernotico. Il terreno in questione è stato confiscato negli anni scorsi a Tonino Screti, uno dei capi storici della Sacra Corona Unita ed era stato affidato all’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti. Con queste parole Don Luigi Ciotti, presidente di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” ha commentato la notizia dell’incendio,“Inquietudine per quanto avvenuto ma anche determinazione nel continuare sul percorso tracciato a Torchiarolo per dare dignità e lavoro alla cooperativa di giovani che con gli enti locali della zona stiamo promuovendo per sottrarre alle mafie il maltolto”.

In attesa dei riscontri necessari e osservando il doveroso riserbo per il lavoro delle forze dell’ordine e ringraziando l’impegno delle istituzioni, la presidenza di Libera intende rimarcare la pericolosità insita nel sottovalutare questi e altri episodi che, nel resto del Paese, hanno l’obiettivo di indebolire la legge sulla confisca dei beni ai mafiosi.
I tentativi di intimidazione, qualora fosse accertata la loro natura, non hanno fermato in passato né fermeranno la scelta, l’impegno, la determinazione di Libera e delle persone coinvolte a vario titolo nell’opera di restituzione alla collettività di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia.
“Proprio perché i tempi sembrano più difficili – ha commentato infine Don Ciotti – occorre moltiplicare le ragioni della speranza, la determinazione dell’impegno, la costanza della denuncia, la responsabilità della proposta e del progetto”.
A Torchiarolo la cooperativa che gestirà i beni confiscati alle mafie locali nascerà da bando pubblico, così come si è verificato in Sicilia e Calabria, al fine di garantire maggiore trasparenza e partecipazione della comunità locale. È questo il cammino tracciato da Libera e lungo questo percorso non vi saranno tentativi di intimidazione che potranno sortire alcun effetto.

COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE "LIBERA"

12 giugno 2006

Vota No


Il referendum del 25-26 giugno è una decisiva occasione per azzerare una riforma che investe parti essenziali della Costituzione repubblicana. Il nostro proposito, dichiarato due anni fa, è stato: aggiornare, non demolire la nostra Carta costituzionale: ma le riforme coerenti con i principi fondamentali della Costituzione possono realizzarsi solo se viene cancellata questa pessima controriforma.

Il testo sottoposto a referendum, indicato con l'improprio nome di "devolution":

a) ferisce l'unità nazionale attribuendo alle Regioni la competenza esclusiva in materie che riguardano i livelli essenziali delle prestazioni per i diritti alla salute ed alla istruzione. Oltre ai costi mai precisati di questa operazione, che sarebbero comunque molto alti, è chiaro che soluzioni dissociative di questa natura si risolverebbero in un ulteriore depotenziamento delle Regioni finanziariamente più deboli, rendendo vano ogni sforzo di perequazione nell'ambito del federalismo fiscale. In più, il sistema sanitario tenderebbe a differenziarsi per il diverso rapporto tra sanità pubblica e sanità privata. Bisogna poi tener conto dei pesanti effetti di differenziazione derivanti dalla attribuzione del carattere esclusivo alle competenze regionali nelle altre materie non espressamente riservate alla legislazione dello Stato (agricoltura, industria e turismo, tra le altre): in queste materie potrebbe diventare impossibile la determinazione di principi generali unitari e di qualunque politica nazionale;

b) concentra nel Primo ministro poteri che rendono del tutto squilibrata in senso autoritario la forma di governo dell'Italia, isolandola dagli Stati liberal-democratici. La blindatura del vertice del governo è praticamente assoluta, perché la sua sostituzione con un altro Primo ministro appartenente alla stessa maggioranza (che eviterebbe lo scioglimento della Camera), è resa impossibile dall'altissimo quorum richiesto. Il Presidente della Repubblica perde il potere di scioglimento della Camera, che passa integralmente al Primo ministro: la Camera dei deputati è degradata ad una condizione di mortificante inferiorità: o si conforma alla richiesta di approvazione di un testo legislativo su cui il Premier ha posto la questione di fiducia o, se dissente, provoca lo scioglimento dell'Assemblea e il ritorno di fronte agli elettori. La finalità "antiribaltone" non giustifica queste scelte estreme, perché la stabilità del governo dipende soprattutto dal "fatto maggioritario", realizzabile anche con l'attribuzione di un premio di maggioranza, come è già avvenuto nelle XIV e XV legislature;

c) Il superamento del bicameralismo paritario (escludendo il Senato dal rapporto di fiducia) non è giustificato dalla creazione di un vero Senato federale rappresentativo degli enti e delle comunità territoriali. La riduzione del numero dei parlamentari è un espediente puramente demagogico perché essa è operativa solo dal 2016 quando i capi e capetti di oggi saranno sperabilmente in pensione;

d) La distribuzione delle attribuzioni legislative tra Camera e Senato in base alle diversità delle materie (quelle di competenza esclusive dello Stato, le altre di competenza concorrente con le Regioni) rende del tutto incerto l'esercizio del potere di legiferare, anche perché il Primo ministro può spostare dal Senato alla Camera la deliberazione in via definitiva sui testi ritenuti fondamentali per l'attuazione del programma di governo;

e) da ultimo, ma non per ultimo, il testo sottoposto a referendum viola l'art. 138 della Costituzione, che non prefigura "riforme totali" della Carta, e viola i diritti degli elettori, radicati negli artt. 1 e 48 Cost., elettori che con un solo "si" o "no" vengono costretti a prendere contemporaneamente posizione sulle modifiche delle funzioni del Presidente del Consiglio, delle funzioni del Presidente della Repubblica, del procedimento legislativo, della composizione e delle funzioni di Camera e Senato, delle competenze legislative regionali, della composizione della Corte costituzionale, del giudizio di legittimità costituzionale in via diretta e del procedimento di revisione costituzionale.
Se vincesse il sì diventerebbe impossibile per molto tempo cambiare un testo approvato dal popolo; mentre se vince il no, c'è solo il rifiuto di "quella" riforma (votata nella passata legislatura) restando aperta la strada per emendamenti migliorativi puntuali coerenti con i principi ed equilibri fondamentali dell'impianto costituzionale: emendamenti da approvare a maggioranza qualificata, in forza della auspicata riforma dell'art. 138 della Costituzione, volta a mettere fine una volta per tutte all'epoca delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza.

11 giugno 2006

Un anonimo ha detto...

La storia non cambia.
Ci sono due razze di francavillesi, i pochissimi che vivono con traguardi ideali e pensano con la propria testa e la gran parte che ha votato alle comunali il Centro-destra. Sono loro, gli "anonimi" che si nascondono dietro la propria sciacallante nullità ma che, appena possono, salgono sul carro del vincitore arraffando e sbraitando. Questi ultimi, con le sottospecie tra chi ha messo in tasca €20,00 e chi un posticino in un supermercato per qualche mese, non si sforzano minimamente di pensare perché dimostrano loro malgrado solo ipocrita vigliaccheria. Sono gli stessi che dichiarano di non sopportare l'arroganza, l'affarismo e il potere del "gatto e la volpe" e poi li votano e li adulano subdolamente. Sperano di ottenere quello che per meriti o onestà difficilmente avrebbero.
Le scorciatoie fanno gola ai più mentre la gente onesta continua a piangere della propria onestà. Ha nuovamente vinto la classe politica che, assieme ai francavillesi capaci di votarla, ha distrutto la città. La storia non cambia perché i francavillesi non vogliono sforzarsi di cambiare.E allora l'inedia politica e la morte culturale precipiti su di loro con tutto il peso dell'ingiustizia, della prevaricazione e dell'illegalità. Ma un giorno, quando il polverone delle macerie di questa città morta si dileguerà, se qualche pensante non ancora emigrato avrà ancora la forza di indignarsi e di rimboccarsi le maniche, forse allora si potrà ricostruire dalle ceneri.
Da anonimo anch'io (e almeno lo ammetto) dichiaro: riposa in pace, Francavilla, e che un miracolo ci liberi e salvi al più presto.

10 giugno 2006

Repubblica e Costituzione alla vigilia del Referendum:

Giovedì 15 giugno 2006 ore 18,30 Chiostro dei Celestini - Palazzo di Città - Mesagne
Incontro - Dibattito
Repubblica e Costituzione alla vigilia del Referendum: le ragioni del nostro NO
Intervengono:
Valentino PARLATO "il Manifesto" - Roma
Michele DI SCHIENA magistrato
Piero MANNI consigliere reg.le PRC
Fortunato SCONOSCIUTO docente di Storia
coordina il dibattito: Giancarlo CANUTO coordinatore prov.le A Sinistra

09 giugno 2006

Lettera aperta Al Governo

Contro le scelte degli Enti locali e della Regione Puglia, contro gli orientamenti delle forze politiche locali di centrosinistra e di centrodestra, contro le pubbliche prese di posizione di qualificati esponenti nazionali dell'Unione (tra i quali l'on.le Massimo D'Alema durante un suo recente comizio elettorale a Brindisi) e contro la volontà espressa dalle nostre popolazioni con numerose iniziative e massicce manifestazioni popolari, la LNG sta ostentatamente proseguendo i lavori preparatori per la costruzione del rigassificatore nel nostro porto. E lo sta facendo promuovendo anche campagne persuasive che non convincono alcuno ma che offendono i cittadini in quanto rivelano, per gli argomenti ed i metodi usati, una precisa volontà di dominio e la più netta chiusura alle ragioni della democrazia ed anche del comune buon senso. La società costruttrice inoltre sta proponendo strumentali aperture di dialogo che puntano ancora una volta a creare confusione ed a ritardare i tempi delle decisioni politiche e dei conseguenti provvedimenti governativi più volte richiesti per mettere fine alla tortuosa e preoccupante vicenda. Si tratta di fittizie aperture di dialogo che in sostanza non modificano la posizione della LNG e che devono perciò essere fermamente respinte fino a quando la società non si dichiarerà pronta a fare una preventiva e formale rinuncia al progetto con la immediata sospensione dei lavori di costruzione. Il passato Governo non ha mosso un dito per riparare all'errore commesso col rilascio dell'autorizzazione alla costruzione dell'impianto, supportata purtroppo dai nullaosta irregolarmente concessi dalle Amministrazioni locali dell'epoca il cui mandato si è poi concluso con un vero e proprio naufragio politico, con un significativo voto popolare di netta discontinuità rispetto al passato nelle ultime elezioni amministrative e con l'apertura di numerose inchieste giudiziarie i cui esiti sono ancora al vaglio della magistratura. Il nuovo Governo, espresso da una coalizione che si è ripetutamente impegnata a non imporre progetti di opere invasive calpestando la volontà delle popolazioni e delle istituzioni interessate, deve subito prendere coscienza della paradossale e gravissima situazione brindisina e della protesta di un popolo che, gravato da insopportabili attacchi ambientali, vuole percorrere con le istituzioni locali la via di un nuovo modello di sviluppo economico. Chiediamo perciò che il Ministro delle Attività Produttive, attivando le prescritte procedure di autotutela, proceda rapidamente all'annullamento del provvedimento autorizzativo per motivi di legittimità (vizi procedimentali) o, eventualmente in via subordinata, alla revoca del provvedimento medesimo per motivi di merito (nuova valutazione dell'interesse pubblico originario) rispettivamente ai sensi dell'art. 21/nonies e dell'art. 21/quinquies della Legge 7 agosto 1990 n. 241 come introdotti dalla Legge 11/02/2005 n. 15. Chiediamo intanto al Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, al Presidente della Provincia Michele Errico ed al Presidente della regione Puglia Nichi Vendola che compiano subito i necessari passi politico-amministrativi per restituire dignità e futuro al nostro territorio. Non c'è tempo da perdere perché i cittadini hanno il diritto di sapere se gli impegni per un nuovo sviluppo economico, che verrebbe irrimediabilmente impedito dalla realizzazione del rigassificatore, sono una cosa seria e se, per Brindisi, il Governo Prodi è davvero un nuovo Governo.
Brindisi, 8 giugno 2006

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "Dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Franco Rubino", Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino "Mo' Basta!", Comitato Porta d'Oriente, Rete Lilliput, Laboratorio Migranti.

08 giugno 2006

Rimpastino alla Provincia?

Subito dopo una batosta elettorale per il Centrosistra Francavillese, mi sarei aspettato una seria analisi del voto, pensavo che ci si interrogava sulle ragioni di un risultato elettorale scadente. Forse ero troppo ottimista se speravo che qualcuno facesse almeno un po' d'autocritica. Noi ci siamo riuniti e abbiamo discusso valutando il nostro risultato, decidendo sul futuro del Movimento e cercando anche di capire che errori sono stati fatti in questa campagna elettorale. Invece il primo intervento (giorno 31 maggio) di un partito del Centrosinistra, è stato di tutt'altro genere e rigurdava la possibile ipotesi di rimpasto alla Provincia. Addirittura in quel intervento qualcuno dice " Non permetterò ad alcuno che si possa aprire, per ragioni che presagisco e che mi rifiuto di considerare,un tiro al bersaglio i cui obiettivi reali sia ben altri e ben più in vista e per cui si richieda maggiore prudenza ed acume politico". Io invece apro un confronto, forse è ora che si inizi a discutere del ruolo dei due Assessori Provinciali. Qualcuno subito dopo la loro elezioni, affermava che i due Assessori sarebbero stati il vero e proprio valore aggiunto per la coalizione di Centrosinistra. Non è successo niente di tutto questo, a due anni dall'incarico come valuti la loro azione? Sei favorevole all'ipotesi di rimpasto alla Provincia? Se e si, quali nomi per la loro sostituzione?
Lo spazio è aperto e i commenti sono liberi.