22 giugno 2006

Appello del Movimento "A Sinistra" per votare No al Referendum

Siamo di fronte al tentativo di introdurre nel nostro ordinamento una sorta di dittatura del Primo Ministro che favorirà politiche rivolte a consolidare i poteri forti ed a indebolire il ruolo e le tutele delle fasce sociali più deboli. Rivolgiamo perciò un appello a tutti i democratici perché il 25 e 26 giugno si rechino alle urne per votare no e bloccare così un progetto tendenzialmente eversivo: non c'è in gioco solo l'interesse generale del Paese ma c'è anche quello di ogni cittadino e di ogni lavoratore.

Appello del Movimento "A Sinistra" per votare No al Referendum


E' moralmente riprovevole e democraticamente scorretto quanto sta avvenendo in questi giorni che precedono il voto referendario sulla riforma costituzionale: le emittenti televisive controllate da Berlusconi contrabbandano per punto fondamentale della Riforma la riduzione del numero dei parlamentari, una disposizione che peraltro dovrebbe entrare in vigore non prima del 2016 e che comunque è meno rigorosa di quella proposta dal centrosinistra. Siamo di fronte ad una vera e propria informazione mistificante che non solo punta a nascondere la verità ma ad alterarla nei suoi caratteri essenziali in modo ingannevole. E ciò avviene mentre nessuna adeguata correzione viene operata dalle televisioni di Stato che anzi, in diversi casi, sembrano in qualche modo assecondare la citata campagna di disinformazione e mentre deboli ed inadeguate appaiono le reazioni di chi avrebbe il dovere di intervenire con determinazione ed efficacia.

Siamo di fronte a comportamenti gravi e pericolosi che danno la misura dell'involuzione e degli abusi che si potrebbero verificare se passasse una riforma che stravolge il volto della nostra democrazia e che punta a comprimere i diritti di ciascuno di noi. Affermiamo perciò che la riforma delle destre, se formalmente riguarda solo la seconda parte della Costituzione, in sostanza incide pesantemente sulla prima parte dello Statuto: progetto di società e metodi per realizzarlo, scelte e regole, dinamiche e garanzie, finalità e mezzi (con i secondi sempre in funzione dei primi e questi a quelli strettamente legati), costituiscono un tutto organico ed inscindibile sicché non è possibile sovvertire l'"ordinamento" della Repubblica senza produrre effetti devastanti sui principi e sui diritti enunciati nella prima parte dello Costituzione.

Dobbiamo chiarire ai cittadini che con la riforma berlusconiana si cambia la struttura del Parlamento rendendo farraginosa la produzione legislativa, si modifica la forma di governo rafforzando oltre ogni misura i poteri del Primo Ministro, si attribuisce al Premier il potere di promuovere l'attività dei ministri e di nominarli e revocarli a suo piacimento, viene eliminata la mozione di fiducia in occasione della presentazione del Primo Ministro alle Camere. Ed ancora: si attribuisce di fatto al Premier il potere esclusivo di scioglimento anticipato della Camera dei Deputati provocando le elezioni, si depotenzia fino a renderlo simbolico il ruolo del Presidente della Repubblica e si frantumano con la devolution i sistemi sanitario e scolastico provocando una differenziazione dei servizi e delle prestazioni fra le diverse Regioni e penalizzando così le Regioni più deboli.

Siamo perciò di fronte al tentativo di introdurre nel nostro ordinamento una sorta di dittatura del Primo Ministro che favorirà politiche rivolte a consolidare i poteri forti ed a indebolire il ruolo e le tutele delle fasce sociali più deboli. Rivolgiamo perciò un appello a tutti i democratici perché il 25 e 26 giugno si rechino alle urne per votare no e bloccare così un progetto tendenzialmente eversivo: non c'è in gioco solo l'interesse generale del Paese ma c'è anche quello di ogni cittadino e di ogni lavoratore.

Brindisi, 21 giugno 2006

Nino CALCAGNO - Giancarlo CANUTO - Michele DI SCHIENA - Antonio GRECO - Pompeo MOLFETTA - Salvatore LEZZI - Paola PIZZI - Maurizio PORTALURI - Fortunato SCONOSCIUTO - Graziano SANTORO - Tony SUMMA

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