Nel comizio del 13 maggio scorso, l’on. Vitali –in linea col suo padrone Berlusconi che definisce come sappiamo gli elettori di centro-sinistra – ha insultato pesantemente i candidati della lista DEMOCRATICI PER LA COSTITUZIONE. Per l’onorevole non sarebbero altro che burattini manovrati da Mario Filomeno. Ora, il cosiddetto on. Vitali staziona da circa 10 anni in Parlamento. Durante questo lungo lasso di tempo non risulta abbia lasciato significative tracce di quel “bivacco”: nessun atto, intervento o altro né in sintonia né, figurarsi!, in contrapposizione con la linea del partito Mediaset. Sicchè non ci vuole molta fantasia per tacciarlo di servo-burattino nelle mani dei Bondi e Schifani e, su per li rami, del boss di Arcore. Servo per bassi interessi di bottega.
Dall’irrilevanza e dall’insignificanza politica s’è tirato fuori allorché, ha afferrato al volo l’occasionissima della vita: la legge Cirielli. La quale giaceva in Parlamento mezzo abortita, ripudiata persino dal suo ideatore e promotore on. Cirielli e dribblata addirittura dai vari pasdaran della legislazione ad personam, i vari Ghedini, Saponara, Taormina. Evidentemente, una legge-porcata troppo porcata.Ma chi ti va a raccattare le porcate? L’on. (si fa per dire) Calderoli la legge elettorale e l’on. Vitali la (ex)Cirielli, meglio nota come salva-Previti. L’impresa ha “promosso” sul campo il deputato francavillese: sottosegretariato, auto blu e scorta. Ma, soprattutto, la possibilità d’esser ricevuto in udienza ad limina a Palazzo Grazioli per rassicurare l’ometto di Arcore, al quale evidentemente le leggi non piacciono se non sono abbastanza porcate.”Tranquillo, Eccellenza –pare abbia biascicato il Nostro – è sufficientemente una porcata”.
La cosa, che avrebbe fatto arrossire di vergogna chiunque, ha invece ringalluzzito il Nostro. Che adesso vede servi e burattini in casa altrui. Dimentico d’essere servo – a Roma – egli stesso, e d’essere accerchiato da servitori in casa propria. Cos’altro sono infatti i consiglieri comunali e gli assessori di Forza Italia (ma anche quelli di Alleanza Nazionale, sebbene di altro padrone)? Servi guidati, a volte teleguidati, nelle presenze, assenze, votazioni, astensioni e quant’altro dai padri-padroni del Consiglio Comunale: l’onorevole e il senatore. Servi e ignavi. Ai quali va bene tutto e il contrario di tutto. Per niente “presi” dai problemi dei cittadini e della città, contenti delle briciole cadute dal banchetto dei signorotti (un posto per la moglie, per il figlio, per l’amica etc), del tutto sprovvisti di qualsiasi spiraglio di idealità o di visione dell’interesse della collettività. “Fatti…a viver come bruti..” avrebbe ripetuto Dante in loro presenza.
Li guardi in faccia, l’onorevole-sottosegretario, i suoi consiglieri ed assessori durante le sedute consiliari. Li guardi in faccia i Di Maria, gli Jurlaro, i Di Nunzio, i Passiatore e compagnia varia. E il senatore guardi in faccia i suoi, i Fanigliulo, i Fusco, i Della Porta, i Bungaro, i Capuano.
S’informino poi, il deputato ed il senatore, sulle figure e sul curriculum culturale, professionale, umano e morale dei candidati della lista DEMOCRATICI PER LA COSTITUZIONE. Li ascoltino quando parlano in piazza. Li seguano nella campagna elettorale.
Confrontino infine quelle facce e questi curricula. Capiranno chi sono i servi e i burattini.
Se lo capiranno.
Cosimo d’Alema
17 maggio 2006
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